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Coronavirus, per la Regione "non esiste un 'caso Piemonte'. I decessi sono sotto la media nazionale"

Le dichiarazioni dell'assessore regionale alla Sanità Icardi: "In Piemonte i tamponi li facciamo ai sintomatici come da circolare emessa dal Ministero della Salute"

"Non esiste un 'caso Piemonte'. Per numero di decessi la nostra regione è sotto la media nazionale: siamo a 3,3 ogni 10mila abitanti, cifra inferiore a quella di Liguria, Emilia Romagna, Marche, Lombardia, Trentino, e Umbria".

Lo ha dichiarato l'assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi nella conferenza stampa di ieri, mercoledì 8 aprile, all'Unità di crisi della Regione organizzata per fare il punto sull'andamento epidemiologico in Piemonte.

"I dati che ho visto non corrispondono al vero - ha detto Icardi - Per questo sono un po' amareggiato, perché prendere dei dati e fare conclusioni da bar rischia di fare danni e dare un’immagine della Regione che non è corretta. Va anche tenuto conto lo svolgimento diverso dell’epidemia: ad esempio abbiamo caratteristiche diverse dal Veneto, in quanto il Piemonte ha un aggregato urbano di grande dimensione come Torino e molti più anziani".

Per quanto riguarda l’andamento dei decessi, Icardi ha sostenuto che "siamo nella fase calante della curva, anche se abbiamo ancora la variabile delle case di riposo. Molte sono in condizione di sicurezza in quanto le misure di prevenzione rese obbligatorie sono state applicate bene, altre non le hanno applicate del tutto o hanno visto svilupparsi focolai per casualità. Confortante rispetto alla curva epidemica è invece il numero delle guarigioni".

L’assessore ha poi voluto chiarire la questione dei tamponi: "In Piemonte li facciamo ai sintomatici perché il 27 febbraio il Ministero della Salute ha emanato una circolare che dettava questi criteri, e noi li abbiamo seguiti come ha fatto l’Emilia Romagna. Oggi il numero dei positivi aumenta perché abbiamo potenziato la rete dei laboratori che li eseguono, ma i nuovi casi sono percentualmente meno. Inoltre, fare tamponi a tappeto non esclude che poi dopo pochi giorni le persone risultate negative possano diventare positive".

Per quanto riguarda i dispositivi di sicurezza individualei, invece, l'assessore Icardi ha precisato che la Regiona ha creto "un centro di acquisti a supporto delle Asl, abbiamo acquistato all’estero dove si è potuto, in quanto molti Stati hanno chiuso le frontiere, consegnato agli ospedali quello che abbiamo acquisito in quanto siamo responsabili del servizio sanitario regionale. Abbiamo fornito mascherine a Rsa, farmacisti, medici di base, protezione civile, forze dell’ordine, avviato gare tramite Scr. Tutto muovendoci in un quadro normativo ordinario che non consente alla pubblica amministrazione i pagamenti in anticipo. Ovviamente, le difficoltà di approvvigionamento sono le stesse per tutte le Regioni".

Infine, l’assessore ha fatto presente che "la curva dei contagi ha raggiunto il tetto e sta lentamente calando. Noi siamo considerati una coda dell’epidemia lombarda con otto-dieci giorni di ritardo, per cui la nostra curva inizierà a scendere di più fra qualche giorno. Tutte le pandemie hanno un andamento sinusoidale decrescente con riprese periodiche. Sarà così fino a quando avremo il vaccino, che potrà finalmente interrompere il ciclo. Ritornare alla normalità di prima è difficilmente ipotizzabile, ritornare a una normalità disciplinata, con misure come mascherine e distanziamento sociale, mi sembra più fattibile. In ogni caso deciderà il Governo in quanto la Sanità è una competenza concorrente dove l’ordinario spetta alle Regioni e lo straordinario allo Stato".

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