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Coronavirus, il Piemonte protagonista di una puntata di Report: la Regione replica facendo causa alla trasmissione

In un servizio andato in onda il 20 aprile, Report ha raccontato la situazione piemontese e quelle che sono state le risposte all'emergenza messe in atto. Per l'Ente si tratta di "una scelta obbligata"

"Una della regioni più colpite è il Piemonte, che si sta giocando il secondo posto con l'Emilia Romagna. E questo per una questione di diagnosi non fatte, hanno perso il controllo, e stanno piano piano scalando questa triste classifica. E questo perchè mancano i tamponi, i server sono intasati, si sono smarrite le email, circolari che fanno a cazzotti tra loro, e una rete di medicina territoriale frantumata, e poi come al solito mancano i dispositivi di protezione...".

Si apre così il servizio di Report dedicato all'emergenza sanitaria dovuta al coronavirus in Piemonte e andato in onda lunedì 20 aprile. Nel servizio la trasmissione Rai ha raccontato la situazione piemontese e quelle che sono state le risposte all'emergenza messe in atto, intervistando tra gli altri anche l'assesore alla Sanità Luigi Icardi e mostrando alcune delle criticità che la regione sta vivendo: la mancanza dei dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari e del 118, il caso della provincia di Alessandria in cui in pochi giorni è scoppiato un vero e proprio focolaio, i problemi dei server intasati del Sisp, il servizi di igiene e sanità pubblica regionale, che ha fatto sì che alcune segnalazioni di casi di Covid siano state perse, e la mancanza delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale.

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E la replica della Regione è arrivata nella serata di mercoledì 22 aprile con una nota stampa in cui l'Ente ha dichiarato che ricorrerà "allo strumento giudiziario per la tutela della propria immagine e dei propri interessi gravemente lesi".

"La Regione Piemonte si rammarica dell’operato dei responsabili della trasmissione Report - si legge nella nota - non avendo fornito una rappresentazione della gestione dell’emergenza coronavirus in Piemonte corrispondente a quanto emerge dalle interviste e dalla documentazione filmata registrata".

L'amministrazione regionale non nega che ci siano alcune criticità, ma "parlare di un 'pasticcio piemontese', così come si cita nel titolo della trasmissione, a giudizio della Regione, è un discutibile espediente mediatico, che confonde atti prodotti da uffici periferici delle Asl, sui quali l’assessore (alla Sanità Icardi, ndr) non poteva avere conoscenza diretta, con gli atti prodotti dall’Unità di crisi su questioni di fondo di primaria importanza, come le norme sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Miscelare atti prodotti da enti diversi, come avessero una unica genesi, è una travisazione della realtà. A ciò si aggiunga che le risposte verbali e scritte alle domande, puntualmente fornite dagli intervistati, sono state utilizzate dagli autori della trasmissione Report parzialmente, tanto che i telespettatori non hanno avuto la possibilità di farsi un’idea obiettiva delle tematiche affrontate".

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Sul servizio di Report dedicato al Piemonte sono intervenuti anche il Gruppo Pd in Consiglio regionale e la segreteria regionale del Partito Democratico che in un comunicato hanno dichiarato: "Cirio e Icardi hanno fallito nella gestione della crisi sanitaria. Report ha evidenziato bene le tante criticità che abbiamo sempre denunciato".

"Da settimane continuiamo a denunciare la 'discutibile' gestione dell’emergenza Covid-19 in Piemonte - commenta il Pd - mancanza di diagnosi tempestive e di tamponi, e-mail smarrite, insufficienza di dispositivi di protezione per gli operatori sociosanitari, situazioni insostenibili all’interno delle Rsa. Il presidente Cirio e l’assessore Icardi hanno la piena responsabilità politica di tutto quello che accade in Piemonte e, quindi, di questa situazione gravissima. Sono entrambi a capo della catena di comando che dovrebbe gestire l’emergenza, sono loro ad avere il compito di scegliere i collaboratori e le linee e le misure da seguire, non altri. Decisamente sono risibili i tentativi di addossare a terzi le colpe.Adesso è quanto mai urgente comprendere quale sarà il ruolo dell’unità di crisi, del comitato scientifico in seno all'unità e della nuova task force, coordinata dall'ex Ministro Fazio, perché il Piemonte non può più permettersi errori. Tuttavia, prendiamo atto che con la definizione dell’ultima task force l’Assessore alla Sanità sia già, nella sostanza, commissariato.

"Cirio, a questo punto dovrebbe, responsabilmente, azzerare i vertici politici del sistema socio-sanitario piemontese - aggiungono dal Pd - a partire proprio dall’assessore alla Sanità. Questa, prima che una richiesta dell’opposizione, dovrebbe essere la logica conseguenza della drammatica situazione che si è venuta a creare in Piemonte. In queste condizioni è difficile immaginare una ripartenza che noi riteniamo fondamentale per il 4 maggio, dal momento che le riaperture devono essere garantite da una linea di comando sicura e da un’organizzazione sociosanitaria solida. Siamo molto preoccupati per quello che ci attende, riguarda l’economia di tutta la Regione e il lavoro di milioni di piemontesi; in questo senso ci riserviamo di chiedere al Governo di inviare gli ispettori per verificare se il Piemonte si trova nelle condizioni di affrontare la Fase 2 e può farlo in sicurezza".


 

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