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Arona, Nadir e gli altri ragazzi salvati dall’abbandono scolastico

Il progetto "Non uno di meno" dell'associazione Amici del Fermi di Arona ha aiutato oltre 400 ragazzi nel corso degli anni

Nadir è arrivato in Italia a 15 anni, senza sapere una parola di italiano e con poche prospettive scolastiche: dopo quattro anni si è diplomato con il massimo dei voti.

Il lieto fine della sua storia, e di quella di tanti altri ragazzi, è stato possibile grazie all’impegno di volontari e operatori del progetto "Non uno di meno" dell’associazione Amici del Fermi di Arona. “Nadir (nome di fantasia) è arrivato a scuola in seconda, senza sapere una parola di italiano - spiega a NovaraToday la professoressa Rosanna Di Federico, coordinatrice del progetto ed ex insegnante del liceo -. All’inizio è stato molto difficile comunicare, in particolare non parlava con le donne: io ho iniziato ad avvicinarmi e, grazie ad un altro ragazzo marocchino che ci faceva da interprete, siamo riusciti a seguirlo nel suo percorso. Addirittura all'inizio pensavamo che non fosse particolarmente dotato: in realtà abbiamo scoperto che era un ragazzo molto brillante e in breve tempo ha imparato l'italiano. Nel suo caso il rischio di abbandono scolastico era molto alto, anche perchè la famiglia gli aveva detto che avrebbe potuto lavorare. Noi lo abbiamo seguito, poi ha cominciato a camminare con le sue gambe e alla fine si è diplomato con il massimo dei voti”.

La storia di Nadir è forse la più emblematica del lavoro dell’associazione, ma non è l’unica: sono centinaia i ragazzi che nel corso degli anni sono stati seguiti dal progetto "Non uno di meno" e che, grazie alla consulenza di pedagogisti e psicologi e all’aiuto degli operatori e dei volontari, ce l’hanno fatta, non solo a finire la scuola, ma anche a trovare il proprio percorso nella vita.

"Il progetto "Non uno di meno" è partito nel 2016 - spiega la professoressa - da due insegnanti, che hanno notato che la dispersione scolastica era altissima. Non parliamo solo di casi limite, di abbandoni, di situazioni difficili, ma anche di studenti che semplicemente si "parcheggiano" a scuola per qualche anno. Quindi abbiamo pensato ad un progetto che seguisse questi ragazzi non solo sul piano didattico di aiuto allo studio, ma anche dal punto di vista della persona. Adesso collaborano con noi un pedagogo, due psicologhe, più di 10 volontari e decine di ragazzi dell'alternanza scuola-lavoro". La scelta di utilizzare le ore della formazione scuola-lavoro per avviare un progetto di mentoring rivolto ad altri studenti non è casuale. "Invece di fare uno stage da un notaio o da un commercialista questi ragazzi aiutano con i compiti altri studenti e spesso anche loro trovano la propria strada. Ad esempio, ragazzi che pensavano di iscriversi a facoltà scientifiche o tecniche hanno scoperto la loro passione per la pedagogia o la psicologia, creando così un proprio percorso".

Il progetto ormai cammina con le sue gambe, ma ha ancora bisogno di essere finanziato. "Grossi contributi sono arrivati dal Comune di Arona e dalla Fondazione Comunità Novarese - conclude la professoressa Di Federico - ma ci servono sempre nuovi fondi". Chi volesse effettuare una donazione può farlo tramite il sito di Fondazione Comunità Novarese Onlus

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