rotate-mobile
Attualità

Un sogno che diventa realtà: Novara ha la sua prima casa Ail

Si tratta di un'abitazione gestita dall’Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma e rivolta ai pazienti in cura nel reparto di Ematologia o alle loro famiglie

Il taglio ufficiale del nastro è avvenuto nei giorni scorsi, ma l’abitazione era già attiva e soprattutto già “testata” da un paziente. Anche la città di Novara ha ufficialmente la sua casa Ail, la casa dell’Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma.  Finora ce ne erano 84 in tutta Italia, quella di Novara è la numero 85 su un totale di 83 sezioni (non tutte ne hanno una e nelle grandi città ce ne sono anche di più). Una realtà pensata per i pazienti e/o i famigliari di chi è ricoverato e vive lontano dalla città.

"Un sogno che inseguiamo da tempo, - dice la presidente di Ail Novara e Vco Rosalba Barbieri - abbiamo iniziato a pensarci nel 2018, poi la pandemia ha bloccato tutto ma non la nostra voglia di provarci". La casa è stata un colpo di fortuna, perché si tratta dell’abitazione in possesso della dottoressa Invernizzi, una delle consigliere dell’associazione, che l’ha messa a disposizione a fronte di un affitto simbolico dopo che l’inquilino che c’era ha risolto il contratto. Ma c’è di più: "Stiamo per acquistarla, - spiega la presidente - grazie anche all’aiuto di fondazioni e associazioni, grazie alle iniziative come le stelle di cioccolato di Natale. La casa è dedicata a Luisa Galbani, una novarese scomparsa ormai alcuni anni fa ma con tanti sogni nel cassetto, cui la casa è intestata, e la famiglia ci ha chiesto di poterla dedicare a lei".

La porta d'ingresso

Casa Ail è in via Rotonda Massimo d’Azeglio, conta due camere ciascuna con due posti letto e quindi può ospitare un massimo di quattro persone. In aggiunta è stato acquistato un divano letto per le emergenze e quindi si può dormire in sei. "Sono case che devono presentare una serie di accorgimenti come la vicinanza all'ospedale, una sala comune, docce e non vasche, bagni fatti in un certo modo e i proprietari sono stati molto gentili ad occuparsene, non devono esserci particolari ostacoli e deve essere accessibile anche alle persone in carrozzina, - spiega Barbieri - abbiamo impiegato del tempo per questi motivi, perché avere una casa è già una grande risorsa, ma poi bisogna pensare a un progetto duraturo". La prima casa in provincia di Novara e per ora la prima, "perché se ci saranno altre occasioni e ne avremo le risorse ci penseremo" prosegue.

Lo scopo della casa è ben preciso: accogliere il paziente e/o un famigliare: "Un modo per alleviare un problema a chi si trova già in una situazione molto particolare; la casa è gratuita, c’è un regolamento da rispettare e chiediamo una cauzione simbolica che poi restituiamo, come segno di responsabilità. Andare in ospedale per alcune cure o andare a trovare il famigliare e poi avere una casa per sé è una situazione diversa rispetto a un albergo, in casa c’è calore e sensazione di famiglia".

Ail Novara e Vco segue l’intero reparto di Ematologia con le sue esigenze e i singoli pazienti che ne fanno richiesta; l’associazione cura anche il trasporto casa-ospedale per chi ne ha bisogno: "Il nostro è un servizio ballerino, - chiude la presidente - dipende dalle esigenze. Sicuramente durante l’anno viaggiamo tanto".

Continua a leggere su NovaraToday
Seguici anche su Facebook e sul nostro canale WhatsApp

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un sogno che diventa realtà: Novara ha la sua prima casa Ail

NovaraToday è in caricamento