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Venerdì, 26 Aprile 2024
Salute

Coronavirus, nuova sperimentazione clinica al via all'ospedale Maggiore di Novara

Si tratta di un trial clinico randomizzato controllato, promosso dall'Università del Piemonte Orientale e diretto dal prof. Pier Paolo Sainaghi

E' stata avviata all'ospedale Maggiore di Novara una nuova sperimentazione clinica per la cura del Covd-19. Si tratta di uno studio clinico nazionale, approvato dal Comitato tecnico scientifico dell'Aifa e dal Comitato etico nazionale Spallanzani, di cui l'azienda ospedaliero universitaria novarese è capofila. Lo studio coinvolgerà anche altri centri piemontesi e nazionali.

Si tratta di un trial clinico randomizzato controllato, promosso dall'Università del Piemonte Orientale e diretto dal prof. Pier Paolo Sainaghi della struttura a direzione universitaria di Medicina interna che intende valutare, come spiegano dall'Aou, "l'efficacia e la sicurezza dell’associazione di idrossiclorochina più azitromicina rispetto all’utilizzo della sola idrossiclorochina in pazienti affetti da polmonite da Covid-19".

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Studi clinici hanno infatti evidenziato, sottolineano dal Maggiore, come l’antibiotico azitromicina possa aumentare l’efficacia di idrossiclorochina nell’azione sul virus Sars-Cov-2 e sui sintomi della malattia da Covid-19. L’azitromicina è un antibiotico con effetto antibatterico comunemente utilizzato nel trattamento delle infezioni polmonari di origine batterica. Non ha un documentato effetto antivirale, tuttavia vari studi clinici ne hanno evidenziato una possibile efficacia nel ridurre l’infiammazione polmonare in caso di polmonite virale da vari virus e da coronavirus responsabile della Mers (Sindrome respiratoria mediorientale da cCoronavirus), malattia simile alla polmonite da Covid-19.

"L’obiettivo generale di questo studio - ha spiegato il prof. Sainaghi - è valutare se la terapia di associazione tra idrossiclorochina e azitromicina è in grado di determinare rispetto alla terapia con sola idrossiclorochina una guarigione clinica più frequente e rapida tale da permetterne più precocemente la dimissione da ricovero ospedaliero. Si tratta di un obiettivo di interesse primario per il paziente in quanto è prioritario individuare un trattamento efficace dell’infezione, ma anche per la sanità pubblica che ha l’urgente necessità di ridurre il numero dei pazienti ricoverati in ospedale riducendo la durata dei ricoveri per polmonite da Covid- 19 per poter fare meglio fronte alle necessità cliniche sia di altri pazienti affetti da polmonite da Covid o da altre patologie".

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