LA NOVARA DIMENTICATA | Tutti i bunker della Guerra
Sabato ricorre il 70esimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. Per questo ripercorreremo alcuni luoghi cittadini in cui è stata scritta la storia
Forse non tutti sanno che Novara era considerata, durante l'ultimo conflitto mondiale, un possibile obiettivo militare. La presenza di grandi industrie, di un polo chimico importante e di numerose caserme facevano sì che la città fosse a serio rischio di bombardamenti.
Per questo furono realizzati in varie zone alcuni bunker che offrissero riparo alla popolazione in caso di attacco aereo. La maggior parte di queste strutture sono state in seguito riutilizzati in altro modo, ma su alcune sono ancora visibili delle grandi "R" che segnalavano la presenza di un rifugio, come sul palazzo in via Dominioni 4.
Molte scuole erano dotate di un rifugio per gli studenti: il liceo classico (che all'epoca aveva sede in via Greppi, dove ora c'è il liceo artistico), l'istituto Mossotti, l'Omar, la scuola di avviamento Bellini in via Brusati (dove ora si trova la Prefettura), l'istituto musicale Brera in viale Verdi, le scuole tecniche Galileo Ferraris in baluardo Massimo D'Azeglio e le scuole elementari Ferrandi, Rosmini, di san Martino e della Bicocca. Anche l'istituto Dominioni, allora orfanotrofio, disponeva di un bunker.
Gli edifici pubblici che disponevano di rifugi anti aerei erano il Broletto, il castello Sforzesco (allora sede delle carceri), il Palazzo civico in via Fratelli Rosselli e casa Porazzi, nei pressi della stazione.
Anche le industrie facevano la loro parte: la manifattura Rotondi a sant'Andrea, l'istituto Donegani e le officine Scotti Brioschi offrivano riparo ai cittadini in caso di pericolo.
Forse i più anziani ricorderanno di aver fatto ricorso a quei rifugi nei terribili e incerti anni, mesi e giorni che hanno portato alla fine del conflitto: chi non ha vissuto quell'epoca non può dimenticare che, appena settant'anni fa, in città si respirava un'aria del tutto diversa da quella attuale.
