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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Ghemme

Il castello di Ghemme

Andiamo alla scoperta di questa fortificazione a due passi dal Sesia

La posizione di Ghemme, lungo, la riva del fiume Sesia, è nei secoli sempre stata strategica: poneva infatti la pianura in comunicazione con la Valsesia e con i paesi d’oltre fiume, verso il Biellese e il Canavese.

Per questo le sue vicende interne hanno dovuto tramandare ai posteri lunghe lotte e contese in vari momenti storici. Il castello-ricetto di Ghemme (più “castrum” che ricetto, ovvero più castello che magazzino permanente di masserizie) nacque all’epoca delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, che segnarono tutto il territorio con saccheggi e incendi devastanti.

Per raggiungerlo occorre attraversare il paese, poiché l’antico recinto rettangolare è a nord-ovest del borgo tra il corso della roggia Mora a ponente e la vasta piazza (Castello) a levante. Si tratta di un castello antico, le cui mura di cinta, visibili ancora oggi su almeno tre lati, hanno un’altezza di circa quattro metri dal piano della strada, sorta al posto del fossato, colmato nel XIX secolo. La parte superiore delle mura si concludeva con eleganti merlature in cotto.

Il castello era circondato da un fossato interamente bagnato da acque derivanti dalla roggia Canturina e dalla fossa che circondava il paese e si immetteva nella roggia Mora.

La superficie è di 12.000 mq ed è l’unico esempio in Piemonte di fortificazione urbana complessa, con una strada al centro da cui si dipartono altre strade e vicoli secondari che danno luogo a isolati irregolari, con una serie di cortili e cortiletti. A questa strada si accedeva evidentemente con un ponte levatoio inserito in un torrione. Agli angoli nord-ovest e sud-ovest si innalzavano due torrette cilindriche, di cui s’è conservata sola la seconda. Le mura perimetrali a scarpata nella parte inferiore sono ancora in buono stato di conservazione e tuttora visibili. Gli edifici, con i muri di ciottoli posti a spina di pesce e intervallati da corsi di mattoni, presentano al piano inferiore, la cantina, a quello superiore l’abitazione vera e propria – a volte dotata di camino sporgente verso l’esterno – e al di sopra un “solario” per il deposito dei grani. All’interno del castello possiamo ammirare ancora oggi alcune finestre a sesto acuto, decorate esternamente con modanature o formelle in cotto.

Troviamo, inoltre, al primo piano di alcune abitazioni, i caratteristici soffitti a cassettoni. Le case di maggior pregio avevano talvolta le pareti affrescate; va ricordato che uno degli affreschi più celebri altro non è che la splendida “Deposizione” (XV secolo) conservata presso i Musei Civici di Novara. Attualmente, il rinnovato acciottolato e l’illuminazione pubblica ricreano una suggestiva atmosfera, che riporta ai tempi passati della vita nel castello.

Fonte: turismonovara

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