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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Borgomanero

Dimessa dopo un incidente, aveva una commozione cerebrale: la famiglia chiede spiegazioni all’ospedale

I sintomi sono stati scambiati per ebrezza

Ha avuto un incidente ed è stata ricoverata in pronto soccorso, ma secondo la famiglia è stata dimessa senza una diagnosi corretta. 

La famiglia di Eliana Rivolta, seguita dal legale Paolo Mastrosimone, ha quindi deciso di rendere pubblica la situazione e nel frattempo sta valutando, con l'ausilio di esperti, se il ritardo nelle
cure abbia causato danni alla salute di Eliana, che ora, quasi quotidianamente, deve purtroppo convivere con un forte mal di testa.

"Eliana Rivolta - spiega la famiglia in un comunicato - era stata trasportata in Pronto Soccorso a Borgomanero a seguito di un incidente frontale contro un albero, a Borgo Ticino, nella notte del 6 giugno 2018, mentre rientrava a casa dopo il turno di lavoro serale in un locale di Arona. I genitori, avvisati dai Carabinieri, hanno raggiunto la giovane in Pronto Soccorso a Borgomanero, dove la dottoressa del Pronto Soccorso li ha edotti sulle condizioni della figlia, rivelando loro che l'incidente era stato causato dalla guida in stato di ebbrezza della ragazza. L'avvocato Fabio Ambrosetti riporta: "I signori Rivolta chiedevano allora di vedere la figlia (...) Eliana Rivolta era distesa su una barella lungo un corridoio. I genitori si avvicinavano e si accorgevano che dormiva. Tentavano di svegliarla chiamandola più volte, ma dalla sua bocca usciva solo qualche lieve suono, non riconosceva i genitori e riprendeva il sonno. Tranquillizzati dal fatto che la figlia fosse viva, i signori Rivolta hanno poi chiesto alla dr.ssa quali esami le fossero stati fatti per giungere alla diagnosi di ubriachezza. La predetta dottoressa rispondeva loro che nessun esame strumentale era stato eseguito, se non un prelievo di sangue su richiesta dei Carabinieri da spedire al laboratorio di analisi a Novara. Aggiungeva però che lei aveva capito lo stato di ubriachezza in cui versava Eliana dal suo alito. Suggeriva poi ai genitori di lasciarla ancora qualche ora presso il Pronto Soccorso, e la dimetteva il 6 giugno 2018 alle ore 7:45, cioè poche ore dopo il suo ingresso in Pronto Soccorso. I signori Rivolta, dunque, rincasavano delusi dal comportamento irresponsabile della figlia, e alle ore 9:30 dello stesso giorno il compagno di Eliana Rivolta si presentava al Pronto Soccorso per portarla a casa".

"La trovava ancora soporosa, palesemente in stato confusionale, non in grado di camminare con le sue gambe. Non riusciva a parlare e si lamentava di avere dolori. Nonostante questo stato, veniva caricata sull'autovettura del compagno da tre infermieri, che nel mentre continuavano a ripetere: «E' una brutta sbornia; con un po’ di riposo si sistema tutto». Il compagno di Eliana, dubbioso, telefonava allora ai signori Rivolta descrivendo loro lo stato della figlia, e gli stessi lo invitavano a riportarla dentro il Pronto Soccorso per sollecitare ulteriori controlli. Egli rientrava nel reparto, e solo dopo molte insistenze riusciva a far nuovamente ricoverare Eliana. Finalmente, e solo intorno alle ore 10:00, Eliana – presa in cura da medico diverso da quello che l'aveva dimessa – veniva sottoposta agli esami clinici del caso, a seguito dei quali veniva formulata diagnosi di “trauma cranico piccola emorragia cerebrale”. Dopo due giorni di ricovero presso il Pronto Soccorso, veniva trasferita nel reparto di Neurologia per rimanervi altri otto giorni. L’esito degli esami di laboratorio rivelava l'assenza di alcol e sostanze stupefacenti nel sangue di Eliana". L'avvocato Ambrosetti ha scritto alla Direzione Sanitaria del Presidio Ospedaliero di Borgomanero e all'Azienda sanitaria locale di Novara, evidenziando: "Il carattere gravemente colposo della condotta della dr.ssa, la quale non ha sottoposto Eliana Rivolta agli esami clinici che le circostanze dell'incidente automobilistico avrebbero imposto, ha formulato frettolosamente e negligentemente una diagnosi del tutto errata, ha dimesso Eliana con una emorragia cerebrale in corso, ne ha in conseguenza ritardato di parecchie ore le cure". Quindi il legale ha chiesto alla struttura di prendere "le iniziative disciplinari
deontologiche e giuslavoristiche ritenute opportune".
 

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