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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Emergenza ungulati: agricoltori e sindaci a riunione in Provincia

Cinghiali, daini e nutrie devastano i campi del novarese: a Palazzo Natta una task force coordinata per cercare di risolvere il problema

Sindaci, associazioni di agricoltori e di cacciatori, Atc, Parchi e Prefettura a riunione in Provincia per parlare dell'emergenza ungulati.

Per far fronte al problema, che secondo le associazioni di categoria ha raggiunto livelli di allarme economico e sociale rilevanti, recentemente la Regione Piemonte ha messo mano al regolamento e ha diffuso a tutti i sindaci una bozza di ordinanza che permette loro di intervenire direttamente sul proprio territorio.

Al fine di illustrare nel dettaglio l’ordinanza, ma soprattutto di creare un coordinamento che eviti sovrapposizioni e azioni che potrebbero in taluni casi anche rivelarsi pericolose in termini di scurezza, la Provincia di Novara ha voluto convocare le parti per affrontare fattivamente la questione.

"Siamo qui - ha dichiarato in apertura di riunione il presidente della Provincia Diego Sozzani -  per individuare una soluzione  sperimentale da portare avanti insieme con l’obbiettivo di raggiungere quanto prima possibile il 'danno zero' da parte degli ungulati e delle specie che stanno minacciando le coltivazioni".

A fargli eco, Luca Bona, neo assessore all’Agricoltura della Provincia, che spiega come dalla Regione siano giunti nuovi strumenti ma come anche sia necessario un coordinamento al fine di renderli efficaci. Gli interventi, numerosi e qualificati hanno mosso tutti nella medesima direzione: il problema c’è, è grande e non più tollerabile. Allo stesso modo emerge come grandi aspettative si nutrano affinché dalla riunione emergano modalità di gestione e risoluzione.

Il primo a parlare è stato il sindaco di Marano Ticino Franco Merli, che invita ricordare come accanto agli ungulati sempre più si segnalino i danni causati dai branchi di daini.

Paolo Rovellotti, presidente di Coldiretti, non usa mezzi termini, corredando il suo intervento con una nutrita serie di immagini consegnate al presidente della Provincia e al vice prefetto vicario, Claudio Ventrice: "Sono a chiedere di poter lavorare: un’intera categoria è a rischio perché i danni arrecati ai campi e alle coltivazioni sono tali e tanti da indurre alcuni produttori ad abbandonare i propri terreni. Siamo qui a dibattere di nutrie, cinghiali e daini e mi rendo conto che possano a tanti sembrare problemi minori rispetto a quello che leggiamo sui giornali, ma siamo esasperati. Dobbiamo intervenire anche sotto il profilo della sicurezza sulle strade: sappiamo i danni e i rischi che comportano questi animali a spasso sulle strade della nostra provincia".

Annalisa Beccaria, sindaco di Cureggio, entra nel dettaglio dell’ordinanza: "Ho sempre manifestato la mia solidarietà agli agricoltori del mio territorio, li ho sostenuti e mi sento al loro fianco, ma ritengo questa ordinanza semplicemente uno spostamento di responsabilità. Come sindaco dovrei dare ordini relativi a un settore dove non ho competenza alcuna, un’assunzione di responsabilità che sinceramente mi preoccupa".

Giuseppe Fasola, sindaco di Maggiora, va oltre con una proposta peraltro già presentata in Provincia e in Regione: "tempi diversi per la caccia, turnazione squadre e un documento congiunto affinché con i Comuni si possano organizzare battute coordinate".

Chi invece l’ordinanza l’ha già predisposta è il sindaco di Agrate, Angelo Gatti. Flavio Gatti, sindaco di Cerano, propone una task force immediatamente operativa cui spetti il coordinamento delle attività.

Paola Battioli presidente di Confagricoltura ribadisce come "dalla collaborazione tra le istituzioni e le Atc può giungere l’unica soluzione del problema. Occorre un piano, un’osservazione capillare dell’andamento e l’individuazione di azioni precise e tempestive".

"Abbiamo dibattuto di questi temi più volte - ha aggiunto Giovanni Cardone della Cia - confido che questa volta dalle parole si passi ai fatti. Prima che questo territorio reagisca trasformandosi in un Far West, occorre verificare il lavoro dei selecontrollori, analizzare le azioni anche passate: sono stati abbattuti solo maschi adulti? Allora occorre una turnazione, eliminare vincoli per chi opera, stop alla pasturazione e soprattutto permettiamo ai coltivatori di difendere i propri campi".

Dopo le associazioni di categoria, prende la parola Mario Marco Avanza, presidente dell’Ente Parchi del Ticino e del Lago Maggiore: "Il problema ci è noto e in proposito sono già state adottate numerose iniziative. Siamo disponibili a collaborare ma chiediamo un coordinamento concreto in assenza del quale potrebbero emergere rischi in materia di sicurezza".

Anna Brustia, presidente dell’Atc Novara 1: "Comprendo la posizione del sindaco di Cureggio e personalmente gradirei mi fossero concessi pieni poteri affinché, insieme ai sindaci, si aumentassero le uscite e si adottassero provvedimenti decisi".

Cesare Rossino, presidente dell’Atc Novara 2 si associa alla collega e aggiunge: "Mancano venti giorni all’apertura della caccia e sulla scorta dell’esempio di altre province mi sento di proporre la caccia di selezione che permette di intervenire nelle zone critiche su soggetti mirati. Un sistema più etico, più efficace e più soddisfacente anche per i cacciatori".

A Sozzani il compito di sintetizzare l’incontro che si è protratto per circa due ore: "I punti fermi emersi sono i seguenti: la Giunta pProvinciale si è già espressa con l’obbiettivo di un ridimensionamento sostanziale delle specie che stanno arrecando danni alle coltivazioni; i cacciatori stanno svolgendo un importante servizio a questo scopo; l’esasperazione delle associazioni di categoria e dei coltivatori è tale da non consentire ulteriori deroghe; i parchi sono stati già sensibilizzati e i sindaci sono legittimamente preoccupati delle responsabilità che l’ordinanza comporta. Occorre operare con una unità di intenti: il piano di contenimento esiste ma va potenziato e va potenziato con le Atc che hanno le competenze necessarie per individuare modi e tempi di intervento; in questo senso la Provincia è a disposizione per accogliere proposte e indicazioni operative. Ora per formulare queste proposte entro settembre si riunirà un tavolo ristretto che provvederà a individuare quelle soluzioni che ognuno adotterà per sua parte".

Il tavolo sarà composto dai due presidenti dell’Atc, da un delegato della Provincia, uno della Prefettura, uno dei Parchi, uno in rappresentanza delle tre associazioni di agricoltori, uno in rappresentanza della associazioni di cacciatori, e sei sindaci (uno in rappresentanza di ogni circondario).

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