Ultraleggero precipita a Bologna: la vittima è Gianfranco Teruggi

Una tragedia, un fatto che non si vorrebbe raccontare.

E’ Gianfranco Teruggi, classe 1951, uno dei due uomini occupanti l’ultraleggero precipitato venerdì 25 ottobre nei boschi del monte Capra, nel comune di Zola Predosa, poco distante dal capoluogo emiliano.

Il Pioneer 300 su cui viaggiava insieme all’amico e parente Antonio Cuviello di Gallarate era decollato  dall’aviosuperficie di Picchio Arena Ticino di Castelletto Ticino e poi si erano perse le tracce, tant’è che ne era stata dichiarata la scomparsa. Il velivolo è stato ritrovato alle 16 di sabato 26 ottobre da alcune persone che stavano facendo sport  a Zola Predosa, in località Gessi, a pochi km da Bologna. Quando i soccorritori sono arrivati in questa zona piuttosto impervia, non hanno trovato il fuoco, ma solamente i pezzi dell’ultraleggero e due corpi carbonizzati che solamente dopo alcune ore sono riusciti a dargli un’identità. Dalle prime ricostruzioni i due amici avrebbero provato a fare un atterraggio d’emergenza e avrebbero anche provato ad aprire il paracadute, ma l’aereo è andato a fuoco probabilmente a causa di un impatto con la collina causato dalla scarsa visibilità anche perchè i due piloti erano persone esperte con alle spalle parecchie ore di volo. Questa tesi è supportata dal fatto che la coda del velivolo è stata trovata in un’area più alta rispetto agli altri resti.

Il fontanetese Gianfranco Teruggi lascia la moglie ed i figli Marco di 35 anni ed Elisa di 30. L’uomo era molto conosciuto nel novarese poiché era il titolare della TGF Coperture della Baraggia di Suno, nota azienda di carpenteria in legno e per lo smaltimento e rimozione dell’amianto. Qui vi lavorano anche i due figli: Marco è il responsabile carpenteria e cantieri ed Elisa del reparto amministrazione e contabilità.