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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La Giornata della Memoria per l'Anpi provinciale di Novara

La sezione novarese dell'associazione nazionale partigiani d'Italia, ricorda e riflette sulla giornata istituita 12 anni fa con una legge votata all’unanimità per ricordare la storia della deportazione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Il Giorno della Memoria della Shoah è stato istituito 12 anni fa con una legge votata all’unanimità per ricordare la storia della deportazione italiana ed europea di origine razzista (contro Ebrei e Sinti-Rom) e/o politica (contro antifascisti, partigiani, operai in sciopero, renitenti alla leva, religiosi di varie fedi), e per ricordare la deportazione dei militari italiani che preferirono l’internamento nei campi nazisti piuttosto che il giuramento di fedeltà a Hitler.

Ma l’ideologia nazifascista si spinse oltre, criminalizzando e cercando di annientare tutti coloro che non rientravano nella sua categoria di “normalità”: omosessuali, handicappati, malati incurabili, ragazzi cosiddetti “asociali” che magari suonavano il jazz, considerati “pezzi”inutili del sistema militare industriale tedesco. Anche in Italia la solerte schedatura da parte della burocrazia precedette le leggi razziali: un razzismo amministrativo ad ampio raggio, apparentemente irresponsabile, rese possibili le deportazioni.

E’ possibile fare oggi un bilancio dell’applicazione di questa legge? E’ servita al suo scopo? In parte sì, in parte no, se è vero, come risulta da alcune ricerche, che è spesso prevalsa la retorica delle cerimonie, e che purtroppo sono ancora diffusi molti stereotipi, come se non si volessero affrontare le cause di quanto successo, rifugiandosi nell’emotività passeggera del momento, o in spiegazioni semplicistiche e banali.

Dobbiamo inoltre rifiutare la lottizzazione della memoria, magari ripiegata su se stessa nelle varie e meritorie associazioni di vittime e di loro congiunti: la matrice che ha prodotto le varie deportazioni è infatti fondamentalmente la stessa, e questa storia riguarda tutti noi, indipendentemente da qualsiasi nostra appartenenza. Il dovere di oggi è quello di opporci al razzismo e di difendere i diritti umani di tutti.

Si è chiuso un 2011 preoccupante da questo punto di vista: molti coltivano l’intolleranza e il razzismo, a volte nascondendosi dietro associazioni pseudo-culturali o addirittura di volontariato, a volte mimetizzandosi tra i tifosi delle curve calcistiche, a volte creando facili consensi attraverso il populismo politico che dilaga più facilmente in periodi di crisi economica come l’attuale.

Chiediamo a tutti di non chiudere gli occhi, perché ognuno deve fare la sua piccola parte. Ricordiamoci la strage di Firenze o i roghi al campo rom di Torino basati sulla false accuse di violenza mosse da una ragazza. Chi è responsabile di ciò, e come fermarlo in modo efficace?

L’Anpi provinciale novarese ha mobilitato tutte le sue sezioni. Citiamo alcune tra le tante iniziative: il 27 gennaio a Novara l’Anpi ha promosso e finanziato il recital di musiche e parole “Le voci della Shoah” presso il Conservatorio Cantelli, in collaborazione con il Comune di Novara, a cura delle sezioni di Galliate e Romentino verrà proiettato il documentario "Even" sulla shoah nel novarese e nel Verbano e Cusio, a cura della sezione Ovest Ticino a Oleggio si potrà assistere al recital “Ancora in piedi” con introduzione di Antonella Braga, la sezione di Cameri ricorderà le origini della dittatura fascista, con “Novara 1922”, ma l’elenco sarebbe lunghissimo.

Come conclusione di queste iniziative riprenderà infine il corso di formazione dell’Anpi rivolto ad iscritti e ad interessati, con la lezione di Nicoletta Fasano dell’Istituto Storico della Resistenza di Asti, su “Il sistema concentrazionario nazista e la criminalizzazione della diversità”, che si svolgerà lunedì 13 febbraio alle ore 17,30 presso la Camera del Lavoro di Novara.

Come sempre l’Anpi ringrazia tutte le Istituzioni locali, le scuole, le associazioni e i singoli cittadini che il 27 gennaio sceglieranno di dedicare parte del loro tempo a queste riflessioni.

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