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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Giovani Democratici contro il contributo scolastico

I giovani del Pd spiegano le motivazioni per cui il contributo volontario richiesto al Mossotti non è legittimo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Piena solidarietà alle studentesse e agli studenti dell’I.T.C. e per il Turismo Mossotti per la vicenda che li vede protagonisti in questi giorni. Da un lato l’illegittima decisione di rendere palesemente obbligatorio il contributo scolastico, dall’altro la francamente pietosa strumentalizzazione che alcuni esponenti politici ne stanno facendo in queste ore. Non occorre spendere molte parole su questo secondo aspetto: tutti coloro che continueranno a strumentalizzare questa vicenda per screditare un Governo che per la prima volta da anni smette di tagliare sull’istruzione e decide di raddoppiare il fondo di funzionamento di istituto non faranno l’interesse degli studenti del Mossotti, che invece meritano la nostra piena attenzione e il nostro pieno sostegno nel concreto di questa vicenda.

Il problema del contributo facoltativo è spesso al centro del dibattito quando si parla di scuola “pubblica”. Come si può giustificare questa richiesta da parte di una scuola che dovrebbe essere già finanziata con le nostre tasse? Perché la scuola è costretta a chiedere questo contributo? La risposta è semplice, e stupisce che la politica se ne accorga solo adesso: non ci sono abbastanza fondi del Ministero. Questa non è una novità, non è una notizia dell’ultimo minuto, è il frutto di anni e anni di tagli che oggi, per la prima volta, si sono interrotti.

Questa premessa non giustifica il comportamento della Preside del Mossotti, che ritiene di poter rendere obbligatorio il contributo scolastico, per sua natura facoltativo. Il Contributo Scolastico, e lo dichiarava la stessa circolare del 2 Febbraio 2015, utilizzata come riferimento iniziale in quella che è oggi al centro dell’attenzione di tutti, è una “erogazione liberale” affidata allo “spirito collaborativo” delle famiglie. Eppure, almeno per quanto riguarda il nostro territorio, tutte le scuole chiedono ancora questo contributo facoltativo, e non basta che il fondo di funzionamento sia stato raddoppiato quest’anno, perché le scuole hanno avuto in questi anni la possibilità di offrire servizi, potenziare la loro offerta formativa, rendersi più competitive. Lo hanno fatto in virtù di un’autonomia che sussiste sulla carta ma non nei fatti e nelle risorse economiche. Le scuole hanno bisogno di questo contributo da parte delle famiglie per continuare a essere ciò che sono diventate.

L’operazione messa in atto dalla Preside è illegittima, e va bloccata al più presto.

È questa decisione che ha spinto gli studenti a protestare, e parlando con alcuni di loro si avverte chiaramente l’esasperazione e il disagio per una situazione che nessuno avrebbe voluto arrivasse a questo punto. Per la maggioranza degli studenti il motivo per cui versare liberamente questo contributo è sempre stato chiaro, ma questa forzatura è la goccia che fa traboccare il vaso. Inoltre il contributo versato negli anni, a detta di alcuni studenti, non ha prodotto il miglioramento sperato e promesso. È chiaro che il Governo deve rendersi conto di essere solo all’inizio di un lungo cammino di rifinanziamento della scuola pubblica, ma la scelta della Preside rimane inaccettabile. 

Gli studenti vedono questa decisione come un’imposizione alla quale ribellarsi, e probabilmente continueranno a protestare. È curioso che per giustificare la sua decisione la preside si appelli a un regio decreto del 1924, l’anno delle drammatiche elezioni a seguito delle quali fu ucciso Giacomo Matteotti, con tutte le conseguenze che sono tristemente note. Se non fosse vero ci sarebbe da riderci sopra. Ma gli studenti sanno che c’è ben poco da ridere, e noi saremo con loro.

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