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Cronaca

Novara, tensione in carcere: proteste, tentate aggressioni e incendi in cella

Diversi gli episodi registrati ieri e denunciati dal sindacato Sappe

Ancora episodi di violenza in carcere a Novara, dove in una sola giornata si sono verificate proteste, tentate aggressioni e incendi in cella. A denunciarlo, è, in una nota stampa, il sindacato Sappe, che ha definito la giornata di ieri, mercoledì 13 marzo, "un inferno dantesco".

"Ieri nel carcere di Novara è successo un po' di tutto - ha spiegato il segretario nazionale per il Piemonte del Sappe Vicente Santilli - come nell'inferno dantesco. Prima un detenuto nordafricano è salito sul muro perimetrale del cortile passeggi per protestare per un suo allontanamento dall'istituto e solamente il provvidenziale intervento di mediazione del personale di polizia penitenziaria, prontamente intervenuto, lo ha convinto a desistere. Successivamente, alla chiusura del cortile passeggi, un altro detenuto, italiano, ha opposto resistenza attiva e passiva al rientro per parlare con un educatore e, dopo averci parlato, ha interrotto il colloquio allontanandosi volontariamente dalla saletta. Un terzo detenuto, un nordafricano allontanato qualche giorno prima da una sezione per intemperanze, ha prima distrutto le suppellettili della cella per poi staccare un termosifone e dare fuoco ad un materasso per protestare ed essere trasferito in altro carcare. Un quarto, albanese, è andato in escandescenza dopo la visita medica con la pretesa di essere mandato in ospedale dopo un infortunio al campo sportivo mentre un suo connazionale, durante l'immissione ai passeggi, si è avvicinato alla cella di un altro detenuto nella stessa sezione e, dopo averlo minacciato, ha tentato di aggredirlo, non riuscendoci grazie all'intervento del personale".

"Da mesi - ha aggiunto Santilli - diciamo che così non si può andare avanti, e non frega niente a nessuno, ai vertici regionali del Piemonte del Ministero della Giustizia ma anche al Garante regionale dei detenuti, a cui evidentemente l'incolumità fisica dei nostri poliziotti nelle carceri non interessa affatto. Serve forse un morto per svegliare tutti dal torpore che li contraddistingue?".

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