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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Siti palafitticoli archeologici dell'Arco Alpino: siglata l'intesa a Novara

A siglare il documento è stato il vice presidente della Provincia di Novara e assessore al Turismo Luca Bona. Del sito fanno parte 19 abitati palafitticoli ubicati in cinque regioni dell'Italia settentrionale

L'hanno sottoscritta il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Regioni Lombardia, Veneto, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, la Provincia Autonoma di Trento e le Province di Varese, Brescia, Cremona, Mantova, Verona, Padova, Torino, Biella, Novara e Pordenone, l'Ente di Gestione delle Aree Protette dei Parchi del Ticino e del Lago Maggiore, il Parco regionale dei Colli Euganei e i numerosi comuni direttamente interessati dai siti palafitticoli archeologici dell'arco alpino.

Del sito, iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale nel corso della 35a sessione del Comitato del Patrimonio, fanno parte 19 abitati palafitticoli ubicati in cinque regioni dell’Italia settentrionale: dieci in Lombardia, quattro in Veneto, uno in Friuli Venezia Giulia, due nel Trentino Alto Adige e due in Piemonte, uno dei quali, il Lagone di Mercurago, in Provincia di Novara.

Stamani, martedì 5 giugno, la firma anche da parte del vice presidente e assessore al Turismo della Provincia di Novara Luca Bona, che si è unito così agli altri enti per svolgere l’attività di collaborazione, in particolare, volta alla definizione, redazione e attuazione della parte nazionale del Piano di Gestione, i cui contenuti dovranno essere coerenti con gli obiettivi e le azioni del Piano di Gestione transnazionale, e raccordarsi con esso.

Tra le principali finalità da perseguire si segnalano: mantenere nel tempo l’integrità dei valori (Outstanding Universal Value) che hanno consentito l’iscrizione del Sito Unesco nella Lista del Patrimonio Mondiale; sostenere le azioni di tutela e conservazione; favorire un processo locale condiviso per una adeguata valorizzazione delle risorse del territorio.

Dei 937 villaggi palafitticoli censiti, solo 111 sono stati inseriti nel sito seriale Unesco e coprono un arco di tempo molto ampio che dal Neolitico giunge sino all’età del Ferro (5000-500 a.C.)

Gli abitati palafitticoli costituiscono un’importante fonte di studio e di conoscenza per ricostruire numerosi aspetti della vita quotidiana nel mondo antico. Grazie alla forte umidità, se non alla diretta immersione nell’acqua, si sono conservati, spesso in ottimo stato, materiali organici come il legno (usato per la costruzione di abitazioni, passerelle, recinzioni e per realizzare manufatti quali aratri, piroghe, recipienti..), vari tipi di intreccio (corde, cesti) e i tessuti. I resti di piante e pollini rinvenuti nei sedimenti lacustri rappresentano, inoltre, una fondamentale risorsa per conoscere le  caratteristiche dell’ambiente e la dieta delle antiche popolazioni. Dagli scavi archeologici provengono anche numerose altre testimonianze che riguardano l’agricoltura, l’allevamento, la lavorazione dei metalli e che offrono informazioni su contatti e influssi anche a lunghe distanze.

La firma del Protocollo d’Intesa costituisce una tappa importante e l’avvio della collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti per avviare le fondamentali azioni di tutela, conservazione, promozione e valorizzazione del Sito Unesco.

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