Isport Italy-Rome Chapter: due docenti Upo nel Consiglio direttivo

L’International Society for Pharmacoeconomics and Outcomes Research (Ispor), soggetto che promuove l’uso e la diffusione di strumenti di valutazione economica e di ricerca sull’esito delle terapie, ha approvato e riconosciuto la fondazione della sezione italiana della propria organizzazione, denominata Ispor Italy-Rome Chapter.

Due docenti del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale ne faranno parte come membri dell’Executive Committee. Si tratta di: Pier Luigi Canonico, professore ordinario di Farmacologia, direttore del Dipartimento e past-president della Società Italiana di Farmacologia (SIF); e Claudio Jommi, professore associato di Economia aziendale nello stesso Dipartimento.

L’obiettivo dell’Ispor Italy-Rome Chapter è quello di promuovere e favorire lo sviluppo di logiche e strumenti di valutazione economica di farmaci e tecnologie sanitarie al fine di migliorare l’efficacia, l’efficienza e l’equità nell’uso delle risorse nei sistemi sanitari. Il Chapter italiano, organismo indipendente no-profit, fungerà anche da piattaforma di conoscenza condivisa per ricercatori, professori, professionisti e decisori pubblici, organizzerà congressi e incontri pubblici su temi di valutazione economica e ricerca farmaceutica, collaborerà con istituzioni pubbliche e private italiane ed estere per favorire lo scambio di informazioni e competenze.

Ispor può contare, attualmente, su oltre 13mila membri in 105 Paesi in tutto il mondo, disseminati principalmente in Nord America ed Europa. In Italia sono due i Chapter che vi fanno riferimento, uno a Roma e uno a Milano. L’Ispor Italy-Rome Chapter sarà presieduto da Francesco Saverio Mennini, docente di Economia sanitaria presso l’Università di Roma "Tor Vergata"; il professor Pier Luigi Canonico avrà funzioni di direttore, mentre il professor Claudio Jommi sarà nominato presidente del Comitato Scientifico.

"Il progetto - hanno commentato Canonico e Jommi - ha come punto di forza la stretta collaborazione tra ricercatori e decisori. Unitamente all’approccio multidisciplinare, tale collaborazione non può che rafforzare il rigore sotto il profilo scientifico nelle analisi ed il concreto utilizzo degli strumenti nelle decisioni pubbliche, in un momento in cui è sempre più necessario definire delle priorità di accesso alle prestazioni su basi razionali".