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Cronaca Arona

Studenti in protesta nel novarese per dire no alla "scuola-impresa"

Venerdì 10 ottobre gli studenti scendono in piazza ad Arona per manifestare contro le nuove riforme della scuola e del mercato del lavoro

Venerdì 10 ottobre gli studenti novaresi scendono in piazza per dire no alla "scuola-impresa".

Una mobilitazione studentesca annunciata a livello nazionale, contro "La buona scuola" di Renzi e la riforma del mercato del lavoro. In provincia di Novara il corteo è in programma ad Arona: qui gli studenti del Novarese (ma anche delle province limitrofe) si ritroveranno per manifestare al grido di "La scuola non si paga e non si vende". Il corteo partirà alle 8,30 dalla stazione di Arona.

" La Buona Scuola di Renzi - si legge nell'evento di Facebook dedicato alla manifestazione - è una scuola che apre le porte agli interessi delle imprese, che dà più poteri ai presidi, che valuta e punisce docenti, studenti e scuole, che assume la competizione e le classifiche come unico fine, che si appiattisce alle esigenze di un mercato del lavoro che ha bisogno di manodopera a basso prezzo, precaria e senza diritti invece che vedere nei saperi un investimento per ribaltare l’attuale modello di sviluppo ormai sempre più insostenibile. Una 'buona scuola' della precarietà, condizione che attanaglia le nostre generazioni e che ci impedisce di immaginare il nostro futuro".

Tra le ragioni della protesta, i costi sempre maggiori che gli studenti (e le famiglie) sono chiamati a sostenere per poter studiare (tasse di iscrizione, libri e trasporti), oltre ovviamente alle condizioni in cui versano molti degli edifici scolastici della provincia.

"Vogliamo un’istruzione gratuita e di qualità - spiegano gli studenti - per tutte e tutti, un reddito di formazione per poter studiare quello che vogliamo indipendentemente dal contesto famigliare, spazi all’interno e fuori dalle scuole per organizzare attività e dare spazio alla nostra creatività, un nuovo modello di didattica per non ridurci ad essere dei contenitori di nozioni sterili, una valutazione che non faccia rima con punizione, stages di qualità che non si riducano a lavoro non pagato e senza alcuna valenza formativa, nuovi programmi aperti alle differenze culturali, sessuali e religiose".

Tutte queste richieste saranno portate in piazza venerdì ad Arona, e poi ancora il prossimo 14 novembre, giornata di sciopero sociale indetta a livello nazionale.

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