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Cronaca

"Tragedie in famiglia": la Mediazione come strumento per prevenire

L’opinione delle Mediatrici del Centro Mediana sui terribili recenti episodi di cronaca nera

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Il padre di Motta Visconti che uccide la moglie e i figli di 5 anni e 20 mesi, simula una rapina, e poi va a vedere la partita al bar, per crearsi un alibi. Quello di Catania che ha perso il lavoro e anche l’amore della moglie e materializza la sua rabbia contro le figlie adolescenti, uccidendone una e ferendo gravemente l’altra. 

Sono solo due dei terribili episodi che hanno costellato la cronaca nera dell’estate giunta quasi al termine. Drammi che raccontano di situazioni familiari al limite che poi sfociano nella tragedia; dolori che, in alcuni casi, si sarebbero, forse, potuti evitare.

"La violenza - commentano Rosa Maria Nicotera, Chiara Settembri e Nicoletta Pavero, operatrici del Centro di Mediazione e attivazione delle risorse Mediana di Novara che, da anni, si occupano, anche attraverso la formazione, di promuovere la cultura della mediazione e della gestione del conflitto – è l’ultima espressione di un forte disagio e l’ultima fase di un conflitto che non si è riusciti a gestire. La violenza sulla propria moglie e, ancor di più, sui propri figli, è la distruzione delle persone più care e, quindi, in parte anche del Sé. La Mediazione, in questo senso, può fornire, in alcuni casi, la soluzione del conflitto e quindi quell’aiuto che ai coniugi (o ex coniugi) serve per non spingersi troppo oltre nel contrasto".

La Mediazione riconduce, infatti, il conflitto alla sua giusta dimensione: non, quindi all’annientamento dell’altro ma alla possibilità del confronto.

"E’ importante sottolineare fin da subito che la Mediazione non può intervenire in situazioni estremamente compromesse in cui si agiscono gravi violenze ma può essere efficace come prevenzione di escalation dei conflitti, facilitando la comunicazione tra le parti, favorendo il contenimento dello stato emotivo, permettendo  di esprimere le capacità genitoriali per favorire la riorganizzazione delle relazioni del  nucleo famigliare. La Mediazione può, quindi, diventare un utile strumento per gestire  il conflitto in una coppia, in una famiglia in crisi o in fase di separazione/divorzio,  anche se può capitare che il percorso non giunga ad accordi condivisi e sia, quindi,  necessario l’intervento di un giudice".

La separazione e il divorzio non riguardano più i singoli soggetti che li vivono ma sono oggi diventati fenomeni sociali complessi e come tali dovrebbero essere affrontati con un approccio efficace quale è quello di un intervento multiprofessionale.

"La separazione dovrebbe essere assunta dalla coppia non come un fallimento totale dell’esistenza intera ma come il fallimento di una delle esperienze della vita. Un evento drammatico, ma non tragico, anche inteso come opportunità di riorganizzare la propria vita e ricreare in modo diverso legami già esistenti. La Mediazione interviene per facilitare una nuova fase dell’esistenza, fornendo aiuto alla coppia ed indirettamente ai figli che sono sempre i beneficiari dei risultati di un percorso, pur esistendo, per loro, lo spazio specifico dei “Gruppi di Parola” in cui esprimere emozioni, paure, dubbi legati alla separazione".

Il nucleo famigliare che affronta una crisi o una separazione non può sentirsi solo: per tentare di evitare episodi distruttivi come quelli citati all’inizio, la collettività dovrebbe farsi carico del problema e fornire percorsi di sostegno in cui diversi professionisti aiutino la coppia a rimanere in relazione, pur separandosi, ma anche a non patologizzare l’evento e a non rendere la separazione soltanto una controversia legale.

"La separazione, infatti, dovrebbe essere solo la fine del legame affettivo nella coppia mentre spesso diventa la rappresentazione della perdita di tante cose (rete parentale,  amici più stretti...); meccanismo che porta alla crisi più profonda dell’individuo. La Mediazione accompagna anche ad affrontare gli aspetti legati alla famiglia d’origine, perchè è importante, ad esempio, che i nonni possano continuare a dare sostegno ai nipoti in questa delicata fase, invece che acuire i contrasti schierandosi, a volte, come “soldati” con l’una o l’altra parte. Grazie al Mediatore – concludono le operatrici - il conflitto è contenuto e si lavora per evitare l’acuirsi della contrapposizione che, nei casi più estremi, può sfociare nell’esplosione di una rabbia incontrollabile da cui, come raccontano queste tristi pagine di cronaca, non si può più tornare indietro". 

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