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Cronaca

Morto investito dal treno: da mesi si aspetta il certificato di morte per poterlo seppellire

L'uomo si era lanciato da un finestrino della linea Chivasso-Novara, in un tratto al confine tra due comuni del vercellese che non emettono il certificato

La triste vicenda di Ifeany Amaefula non sembra volersi concludere ancora. Il 33enne, nigeriano, è morto lo scorso 25 ottobre gettandosi dal finestrino del treno Novara - Chivasso.

Da allora la sua salma si trova nell'obitorio dell'ospedale di Vercelli senza aver avuto una sepoltura: anche se i frati vincenziani di Bergamo si sono offerti di pagare le spese per il funerale, Ifeany non può essere seppellito perchè manca il certificato di morte

La tragica morte

Secondo quando ricostruito dalla polizia, il 33enne quel 25 ottobre è salito sul treno a Santhià e si è subito diretto verso la prima carrozza, inziando a percuotere la porta della cabina del macchinista per cercare di entrare. Gli agenti della Polfer presenti sul treno hanno tentato di tranquillizzarlo ma dopo alcuni istanti, l'uomo si è avventato improvvisamente su un agente, mordendolo al braccio e colpendolo con un pugno al volto. Bloccato, è poi riuscito a divincolarsi e ha iniziato a saltare sui sedili e, insaspettatamente, ha abbassato un finestrino del treno e si è lanciato all'esterno. Gli agenti hanno tentato di trattenerlo, tenendolo anche per le gambe, ma non c'è stato nulla da fare.

Il tira e molla politico

Il corpo era stato trasferito all'obitorio dell'ospedale Sant'Andrea di Vercelli. Per la sepoltura però il comune in cui il ragazzo era morto avrebbe dovuto pagare 540 euro. Il caso era stato sollevato dal consigliere regionale del Pd Gabriele Molinari, che sosteneva che il sindaco leghista di San Germano, Michela Rosetta, non avesse voluto pagare le spese per motivi politici. Il problema è che sia il comune di San Germano Vercellese che quello di Olcenengo sostengono che il chilometro 65 + 700, dove è morto Ifeany, non faccia parte del loro territorio comunale e che quindi non possano intervenire sulla vicenda.

Il certificato che manca

Per ovviare al problema i frati vincenziani di Bergamo si sono offerti di pagare le spese di trasporto della salma a Bergamo e la sepoltura. E qui è nata un'altra questione: senza il certificato di morte, emesso dal comune dove è avvenuto il decesso, non è possibile spostare la salma dall'obitorio. Visto che entrambi i comuni si rifiutano di emettere in certificato, dicendo di non avere competenza sull'area, il corpo di Ifeany rimane all'obitorio. 

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