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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Carpignano Sesia

La Novara dei Templari 700 anni dopo

Un nuovo libro svela errori accademici e teorie infondate. Sabato 12 settembre Salvatore Fiori presenta a Carpignano "I Templari nel territorio novarese"

A margine del settimo centenario della morte sul rogo del gran maestro dell'ordine templare Jacques de Molay esce con Interlinea il volume "I Templari nel territorio novarese" di Salvatore Fiori, che sarà presentato in anteprima con proiezione di immagini sabato 12 settembre alle ore 18 presso la sala consigliare del Comune di Carpignano Sesia in un incontro organizzato dall’Asac, l’Associazione storica archeologica carpignanese.

"I Templari nel territorio novarese" costituisce una sintesi di anni di ricerche sulla presenza templare a Novara e dintorni grazie all’intima conoscenza da parte dell’autore di quasi tutto il territorio analizzato, lo stesso nel quale egli è nato e ha vissuto da sempre, e a un'accurata e personale verifica sui luoghi e sugli edifici studiati: in particolare Sant'Apollinare, San Genesio e Santa Maria della Masone. Il volume si inserisce all’interno di un vivace dibattito che contrappone l’ultimo rinnovato interesse nei confronti dell’indagine storica sui templari all’avversione di buona parte del mondo accademico che sino a non molti anni fa, scrive Salvatore Fiori nella Prefazione, "snobbava ed eludeva l’argomento 'templarismo' considerandolo poco interessante, privo di spessore storico e relegandolo al mondo dell’esoterismo o della massoneria".

"I Templari nel territorio novarese", pur partendo dai pochi e già noti documenti e testimonianze, smentisce molte delle macchinose teorie e identificazioni topografiche accettate come vere da gran parte del mondo accademico grazie alla semplice contestualizzazione storica di luoghi, fatti e personaggi. La ricerca di Salvatore Fiori infatti non si è fermata all’analisi dei documenti che citano l’insediamento e che sono ormai arcinoti o ampiamente analizzati da moltissimi anni, ma si è sviluppata grazie alla contestualità oggettiva, come le evidenze geografico-topografiche e la storia del territorio di appartenenza, e all’analisi tecnico-architettonica delle tracce materiali. Esempio calzante di questo metodo d’indagine "è il confronto fra la cappella monastica di Sant’Apollinare di Carpignano Sesia e l’ex chiesa parrocchiale di Sant’Apollinare di Fisrengo per l’identificazione della domo mansionis Sanctum Apollinarem che, anche in assenza di ulteriori prove documentali, ha incrementato la plausibilità di identificarla con la prima escludendo categoricamente la seconda".

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