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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Novara, nuova vita (e nuove regole) per gli ambulatori di quartiere

Approvata la convenzione tra Comune, Croce Rossa e associazioni di volontariato, per lo svolgimento di attività infermieristiche, ambulatoriali e di prelievi ematici nelle ex sedi di quartieri

Nuova vita per gli ambulatori di quartiere di Novara, che rinascono grazie ad una serie di nuove regole predisposte dall'amministrazione, insieme alle associazioni del territorio.

Il vice sindaco Nicola Fonzo ha presentato ieri la deliberazione di Giunta con la quale è stata approvata la convenzione tra Comune, Croce Rossa Italiana e associazioni di volontariato per lo svolgimento di attività infermieristiche, ambulatoriali e di prelievi ematici nelle ex sedi di quartieri.

"Grazie alle associazioni, alla Croce Rossa ed anche all'Asl ed all'ospedale Maggiore della Carità - ha spiegato Fonzo - possiamo presentare oggi la convenzione che è attiva dal 1° dicembre e che durerà 5 anni, quindi sino al 2020. Si è normato e messo ordine in un problema che era emerso nel 2011, quando era terminata l'attività dei quartieri. Questo tipo di attività, che già si esercitavano, erano rimaste infatti in una sorta di 'limbo'".

"Era giusto proseguire su quella che era stata la strada intrapresa del mio predecessore con delega al Patrimonio Agnesina - ha aggiunto il vice sindaco - il quale volle impostare uno schema di convenzione valido per tutte le ex sedi di quartiere e per tutte le associazioni che vi operavano in questo delicato ambito ambulatoriale. Ora ci sono regole valide per tutti: il Comune si fa carico di alcune spese (energia elettrica, telefono, ecc.) mentre le associazioni devono occuparsi di altre. Da ora in poi chiunque opererà in questo ambito avrà una strada tracciata da seguire e questo è molto importante".

Dopo Fonzo hanno preso la parola rappresentanti delle varie associazioni nonchè della Croce Rossa Italiana, che hanno ricapitolato i servizi prestati alla cittadinanza. Ovviamente questi servizi non possono ne debbono sostituire l'operato del pronto soccorso, ma rappresentano un più che valido servizio su base territoriale di quartiere, soprattutto in favore della popolazione anziana e con scarsa mobilità.
 

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