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Cronaca

Carabinieri, presentata l'edizione 2015 del calendario dell'Arma

Ad illustrarlo, ieri mattina a Novara, il comandante provinciale Giovanni Spirito: "Un calendario che quest'anno è dedicato alla famiglia, quella dell'Arma e quella dei militari"

E' stata presentata ieri mattina, mercoledì 3 dicembre, presso il Comando provinciale dei carabinieri, l'edizione 2015 del calendario storico dell'Arma.

Ad illustrarlo c'era il comandante provinciale colonnello Giovanni Spirito; le tavole del calendario 2015 sono dedicate quest'anno alla famiglia, intesa sia come quella dell'Arma che la famiglia vera e propria dei militari. Famiglia che diventa il filo conduttore che permette di "rileggere" in modo diverso alcuni episodi - noti o meno noti - della storia dell'Arma.

"Non a caso in copertina - ha spiegato il colonnello Spirito - è raffigurata la prima 'casa' dell'Arma, la Caserma di Torino, che è stato il primo comando generale dei carabinieri. Questo perchè per un carabiniere la Caserma non è solo l'ufficio, il luogo di lavoro, ma anche il posto in cui si vive".

Nato nel 1928, dopo l'interruzione post-bellica dal '45 al '49, la pubblicazione del calendario storico dell'Arma (oggi giunto alla sua 8esima edizione e ad una tiratura di 1 milione e 250mila copie, di cui 8mila in lingue straniere) venne ripresa regolarmente nel 1950 e da allora è stata puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell'Arma e della storia d'Italia.

Le artistiche tavole dell’edizione 2015 del calendario storico, ideate e realizzate dal Maestro Paolo Di Paolo, vogliono raccontare l'importante e silenzioso ruolo svolto dalla famiglia nel quotidiano agire del carabiniere.

"Il calendario 2015 vuole infatti essere - ha sottolineato il colonnello Spirito - una sorta di riconoscenza a tutte le famiglie, a coloro che condividono sacrifici e soddisfazioni dei militari dell'Arma".

Nella quarta di copertina, all'interno di un ovale, è raffigurato un carabiniere intento a scrivere alla propria famiglia. La prefazione del Comandante generale Leonardo Gallitelli presenta il tema centrale dell'opera; la tavola che apre il calendario riporta un particolare dell'opera vincitrice del 1° Premio per la categoria "Pittura" del concorso artistico nazionale indetto in occasione del Bicentenario di fondazione dell'Arma.

Le altre tavole del calendario, tramite le storie e gli aspetti più umani di alcuni carabinieri, ripercorrono alcuni momenti salienti della storia dell'Istituzione. Dalla descrizione della battaglia di Pastrengo e della dura "vita di campagna" fatta in una lettera indirizzata alla moglie del Capitano Bernardino Morelli di Popolo, comandante di uno dei tre squadroni che diedero vita alla Carica di Pastrengo; a quella indirizzata dal Capitano Alfredo Amenduni alla propria consorte, con la quale descrive le fasi salienti della battaglia di Adua. Dalla lettera rinvenuta addosso al Carabiniere Orazio Greco, deceduto nel 1915 nell'imminenza della battaglia di Podgora, diretta alla madre per invitarla a non piangere e a mandare sul fronte anche gli altri fratelli; alle umili parole rivolte, nel 1937 ad Adelfia (Bari), al comandante generale dell'Arma generale Riccardo Moizo, dalla madre del carabiniere Vittoriano Cimarrusti, durante lo scoprimento di una lapide in onore del figlio, che si è immolato il 24 aprile 1936 a Gunu Gadu in Etiopia.

Non mancano, poi, i riferimenti sia ai pluridecorati colonnello Lussorio Cau e capitano Chiaffredo Bergia, che conseguirono ben noti successi contro il brigantaggio, sia al maggiore Alessandro Negri di Sanfront, comandante dei tre squadroni di carabinieri reali assegnati alla scorta del Re Carlo Alberto durante la Prima Guerra d'Indipendenza, e al vice brigadiere Salvo D'Acquisto. A raccontare la storia dell'Arma, ci sono anche le missive che il tenente Romeo Rodrigues-Pereira e il maresciallo Francesco Pepicelli, martiri delle Fosse Ardeatine, indirizzarono alle rispettive mogli.

Le ultime tavole del calendario sono infine dedicate alla signora Santuccia Beni che tra figli, nipoti, pronipoti, e cugini ha avuto 12 familiari nell'Arma. Il 18 maggio del '77 uno dei nipoti della signora Beni, l'appuntato Alfredo Beni, è stato ucciso in un conflitto a fuoco con dei malviventi a Porto San Giorgio.

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