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Cronaca

Sfratti case popolari, inquilini in protesta: "Colpa della legge"

Numerosi residenti delle case di Atc hanno manifestato questa mattina contro i 700 sfratti disposti nelle ultime settimane

"Non siamo morosi colpevoli, è la legge regionale che ci fa apparire così" spiegano gli inqulini della case popolari di Atc. Un nutrito gruppo di persone si è riunito questa mattina sotto la sede di Atc in via Boschi per manifestare contro i quasi 700 sfratti decisi nelle scorse settimane.

Il motivo della protesta è la legge regionale del 2010, entrata in vigore nel 2012. La legge prevede infatti che i redditi zero, che comprendono disoccupati e disabili, debbano pagare comunque una quota di 480 euro all'anno. Invece per quanto riguarda i redditi bassi, che avrebbero quindi diritto ad una canone molto ridotto, è stato fissato un tetto massimo di Isee di 6.235,49 euro: se si ha un reddito inferiore a questa soglia bisogna pagare il 14% del proprio reddito lordo (quindi non più calcolato in base all'Isee). Chi non paga diventa automaticamente moroso colpevole, quindi può essere sfrattato.  "C'è da considerare anche - spiega Paola Padalino, portavoce degli inquilini - che non sono soli i 40 euro al mese, ma ci sono le spese, che sono tre volte tanto l'affitto". 

LE TESTIMONIANZE

"Dopo la manifestazione abbiamo parlato con Atc e con il Comune - spiega Padalino - è stata decisa la creazione di un team che andrà a vedere caso per caso, per scoprire i furbetti, ma anche per chiarire chi è colpevole secondo questa legge regionale ma che in realtà non lo è, perchè non può pagare".

"Sono contenta di quello cha abbiamo ottenuto - conclude Padalino - mi dispiace che non sia venuto Armando Valmachino, presidente del Sunia, la principale organizzazione per inquilini privati e degli assegnatari di edilizia pubblica, che dovrebbe tutelarci. Nel 2010 ha firmato la legge, quindi ha scelto di non tutelarci: noi chiediamo le sue dimissioni".

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