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Cronaca Vignale / Corso Risorgimento, 209

Crisi alla Verbano Trasformatori: la protesta dei lavoratori si sposta sul tetto

Continua lo stato di agitazione: l'azienda non intende ritirare la procedura di mobilità e propone di riassorbire 21 lavoratori (su 48 a rischio), ma a sindacati e lavoratori questo non basta

Continua lo stato di agitazione dei lavoratori della Verbano Trasformatori, che nelle scorse settimane hanno appreso della volontà della Tamini, proprietaria dello stabilimento novarese, di effettuare un taglio alla produzione, e di conseguenza al personale. Taglio che coinvolge 48 lavoratori, considerati in esubero dall'azienda.

Nonostante le proteste, gli scioperi e i tavoli istituzionali convocati dal sindaco Andrea Ballarè la situazione non sembra essere cambiata e la procedura di mobilità, come richiesto dai rappresentanti sindacali, non sarà revocata. Dall'azienda è arrivata la proposta della possibilità di riassorbire 21 dipendenti, ma a sindacati e lavoratori questo non basta.

Per questo motivo, nella serata di ieri alcuni dipendenti dello stabilimento di corso Risorgimento (insieme ai sindacalisti) hanno spostato la loro protesta sul tetto dell'azienda, dove hanno passato la notte.

Sulla questione sono intervenuti i rappresentanti novaresi del Movimento 5 Stelle che hanno chiesto alla Regione di convocare il prima possibile il tavolo di concertazione Tamini: "Alla luce dei recenti sviluppi e considerando gli impegni scaturiti dal confronto tenutosi venerdì 15 aprile presso il Comune di Novara, siamo a sollecitare l’assessore Ferrari e la Giunta regionale in modo che venga convocato già entro questa settimana il tavolo di concertazione presso la Regione Piemonte, al quale auspichiamo possa seguire una nuova fase di dialogo e disponibilità fra le parti in causa".

Anche il candidato sindaco Daniele Andretta ha commentato i nuovi sviluppi della vicenda: "Sull'ex Verbano Trasformatori si scopre, da fonti sindacali, che le posizioni dell'azienda sono completamente cambiate, nonostante le ampie rassicurazioni raccolte nella riunione di venerdì scorso a Palazzo Cabrino. Leggiamo con apprensione della rabbia dei lavoratori, che è più che giustificata a questo punto. A questo punto è necessario che il primo cittadino incontri Bastioli e faccia chiarezza. Se l’azienda ha cambiato posizione nonostante le parole spese davanti a tutte le istituzioni locali ciò non è accettabile. Comune e Regione devono reagire: questa emorragia di posti di lavoro va assolutamente scongiurata e fermata".

"L'operazione fredda e brutale avviata da Tamini Group nei confronti dei lavoratori dell'impianto novarese desta ogni giorno maggiore preoccupazione - ha sottolineato invece il candidato del Carroccio Alessandro Canelli - L'irrigidimento dei vertici aziendali riguardo l'ipotesi di revoca della procedura e di una conseguente attivazione della cassa straordinaria appare francamente irragionevole. Chiediamo a Catia Bastioli, presidente di Terna, che da novarese si occupi con determinazione del problema e possa così evitare che si aggravi ulteriormente il dramma che già molte altre famiglie novaresi stanno vivendo".

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