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Cronaca Arona

Riciclaggio e bancarotta: arrestati i fratelli Palamara, sequestrati 1,3 milioni di euro

Nove persone indagate, tra queste anche l'ex sindaco di Borgomanero Giuseppe Cerutti

Bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e mancato pagamento delle imposte. Sono queste le accuse contenute nell'ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Milano che ha permesso di arrestare e portare in carcere i fratelli Pasquale e Giuseppe Palamara, il sequestro di 1,3 milioni di euro nei confronti dei 9 principali indagati, tra questi anche l'ex sindaco di Borgomanero Giuseppe Cerutti.

L’indagine, condotta dal Nucleo Pef di Milano, coordinata dalla locale Dda, ha permesso di individuare i due fratelli, originari della provincia di Reggio Calabria, ma uno residente a Meina e l'altro ad Arona, che hanno portato al fallimento di società, a loro riconducibili, operanti nel settore del movimento terra e lavori stradali a Milano e nella provincia di Novara sottraendo i patrimoni per impedire le azioni di recupero da parte del fisco. 

Tra queste anche la Cave di Romagnano srl, amministrata fino al settembre del 2023 da Giuseppe Cerutti, 86enne politico del novarese conosciuto per essere stato negli anni sindaco e assessore nel Comune di Borgomanero, consigliere regionale, parlamentare e dal 2002 al 2017 presidente della Sitaf SpA (Società Italiana per il Traforo Autostradale del Fréjus per Azioni). 

Secondo la ricostruzione della guardia di finanza, lo spostamento di denaro effettuato dai due fratelli si è ripetuto nel tempo mediante la costituzione di new company operanti nel settore del movimento terra e lavori stradali, tra cui anche una società svizzera, amministrata da prestanome, ma utilizzate dai Palamara per riciclare i beni e le altre utilità di provenienza illecita, in modo da ostacolarne l’identificazione.

Gli accertamenti patrimoniali e l’analisi dei conti correnti intestati alle società ed alle persone coinvolte hanno difatti evidenziato svariate movimentazioni finanziarie anomale, alcune delle quali verso la Svizzera, finalizzate a svuotare sistematicamente le imprese a vantaggio delle new company e a drenare parte dei fondi per utilizzi privati dei due amministratori di fatto, ovvero Giuseppe e Pasquale Palamara.

La guardia di finanza ha eseguito, inoltre, numerose perquisizioni nelle sedi societarie e nei confronti dei principali indagati responsabili della distrazione patrimoniale e delle condotte di autoriciclaggio. A Giuseppe Cerutti, in particolare sono stati sequestrati beni personali per 280mila euro.

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