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Cronaca

Truffa bel "bonus facciate", nei guai un'azienda edile di Novara

Ha coinvolto anche la nostra provincia l'indagine della guardia di finanza di Ferrara, che ha portato al sequestro di oltre 3 milioni di euro di crediti d'imposta fittizzi

Ha coinvolto anche la provincia di Novara l'indagine della guardia di finanza di Ferrara che ha portato al sequestro di oltre 3 milioni di euro di crediti di imposta fittizzi relativi al cosiddetto "bonus facciate".

Il sequestro ha interessato tre società dell'Emilia Romagna coinvolte in un più ampio giro di compravendita illecita dei crediti connessi al rilancio del settore edile. Nell'ambito dell'inchiesta delle Fiamme Gialle sono state denunciate anche 11 persone, accusate di truffa aggravata, autoriciclaggio e falsità in atti.

Le indagini hanno preso il via da una segnalazione di operazioni sospette inviata dall'ufficio informazione finanziaria della Banca d'Italia in merito ad una anomala operatività registrata sui conti correnti delle tre società, risultate inattive da tempo, tutti riconducibili ad un cittadino ferrarese già noto alle forze dell'ordine.

Secondo quanto ricostruito dai finanzieri, il denaro accreditato sui conti delle società derivavano da un'attività illecita di circolazione di crediti di imposta connessi al "bonus facciate" generata da un'azienda edile di Novara.

La regia della truffa, spiegano dalla guardia di finanza di Ferrara, è da attribuire ad uno studio professionale della provincia di Treviso, che per ragioni collegate allo svolgimento di pratiche di natura tributaria era venuto in possesso dei dati anagrafici di oltre 30 persone residenti in Veneto. Lo studio ha poi inviato, a loro insaputa, comunicazioni telematiche all'Agenzia delle Entrate per la cessione dei crediti di imposta connessi a lavori di rifacimento delle facciate di edifici: "Le attestazioni - precisano i finanzieri - erano ovviamente false e dovevano servire a creare il credito di imposta per poi monetizzare i proventi dell'attività illecita attraverso la vendita degli stessi agli istituti bancari interessati, con l'opzione dello sconto in fattura".

In questo modo sono stati generati a favore dell'impresa novarese crediti di imposta fittizi per oltre 7 milioni di euro. L'azienda di Novara, inoltre, per evitare il possibile blocco dei crediti vantati, li avrebbe ceduti a numerose imprese con sede nelle province di Ferrara, Bologna, Padova, Mantova, Trieste, Verona e Venezia. Queste ditte, una volte ricevuti i crediti, ne hanno poi monetizzato a stretto giro una parte, vendendoli a diverse filiali di un istituto bancario, per poi trasferire all'estero le somme incassate.

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