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Cronaca Momo

Truffa al servizio sanitario nazionale, al centro dell'inchiesta il gruppo Sereni Orizzonti

La società gestisce la residenza per anziani di Momo. Arrestato il fondatore e sequestrati 10 milioni di euro

Coinvolge anche il novarese l'inchiesta della Guardia di finanza di Udine, che ha portato alla luce "un sofisticato ed esteso sistema di frode, in materia di spesa socio-sanitaria, ai danni dei bilanci della Regioni Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia".

Nell'ambito dell'inchiesta è stato infatti arrestato il fondatore del gruppo friulano "Sereni Orizzonti", che gestisce una residenza per anziani a Momo e altre 34 strutture in tutto il Piemonte. Altre otto misure cautelari sono state disposte a carico di altrettanti dirigenti. E' stato inoltre ordinato anche il sequestro di beni e valori per oltre 10 milioni di euro, importo corrispondente alle risorse pubbliche illecitamente percepite. 

I dettagli dell'inchiesta

Secondo l'accusa, la società avrebbe percepito illecitamente contributi pubblici per un importo quantificabile in oltre 10 milioni di euro, presentando alle aziende sanitarie rendicontazioni non veritiere in ordine agli standard quantitativi e qualitativi dei servizi assicurati nelle proprie strutture. In particolare, le strutture operative della società, per massimizzare i profitti d’impresa, avrebbero compresso al massimo il costo del personale di servizio impiegato ed erogato prestazioni diverse per quantità e qualità rispetto agli standard normativamente e contrattualmente previsti. Così facendo - fanno sapere gli inquirenti - si sarebbe determinata una minore assistenza ad anziani e minori, anche a rischio di pregiudicarne il benessere e la salute.

La replica ufficiale del gruppo "Sereni Orizzonti"

In una nota stampa ufficiale la società friulana fa sapere che "I provvedimenti giudiziari eseguiti questa mattina hanno colpito il vertice nonché manager e funzionari di un’azienda di primaria importanza nel suo settore, che dà lavoro a oltre 3mila dipendenti e che fornisce servizi sanitario-assistenziali a 5600 anziani ospitati in 80 strutture. Il fascicolo dell’inchiesta non contiene alcuna prova documentale in relazione all’ipotesi di reato contestato e siamo certi che in sede giudiziaria verrà riconosciuta l’innocenza sia dell’azionista di riferimento sia dei collaboratori della società. Quanto è avvenuto non ha peraltro interrotto in alcun modo la normale attività nella sede centrale di Udine (dove è subito ripresa dopo che la Guardia di finanza ha terminato la sua ispezione) così come in tutte le nostre strutture. Abbiamo già messo a disposizione dell’autorità giudiziaria la somma sequestrata a titolo cautelativo e confermiamo che quanto è accaduto non ha in alcun modo compromesso la solidità economico-finanziaria del gruppo, che resta in grado di adempiere a tutti i suoi impegni".

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