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Economia

Ex Officine grafiche, i dipendenti lasciati a casa: "Ci hanno abbandonati"

La Cigl ha chiesto al sindaco un incontro per parlare anche con la famiglia Boroli. "Devono assumersi le loro responsabilità"

I lavoratori delle ex Officine Grafiche De Agostini non ci stanno ad essere dimenticati e hanno chiesto incontri con sindaco e famiglia Boroli per trovare una soluzione.

I dipendenti lasciati a casa

Sono 150 le persone che dal febbraio 2015 si sono trovate senza un lavoro, da quanto la storica sede di corso della Vittoria ha fermato la produzione. Di questi lavoratori solo 20 hanno trovato un altro impiego stabile, qualcuno invece lavori saltuari, mentre la maggior parte è ancora in disoccupazione, senza prospettive per il futuro. "Sono 80 le persone che vivono con la disoccupazione - spiega Silvia Franco, segretaria del Sindacato Lavoratori Comunicazione della Cgil - Bisogna tener conto che dopo il quarto mese c'è una decurtazione progressiva del 3%. Sono invece una ventina le persone che potrebbero accedere al pre pensionamento, secondo l'ultima legge per i lavoratori nell'editoria, ma ancora non si capisce come fare richiesta. Siamo nella burocrazia". 

I tavoli

"Abbiamo avuto la scorsa settimana un incontro con il sindaco Canelli - spiega Attilio Fasulo, segretario della Camera del Lavoro Cgil di Novara - Tempo fa infatti aveva detto che avrebbe aiutato tutti gli ex dipendenti delle Officine Grafiche nella ricollocazione, tanto che in molti hanno mandato a lui il curriculum. Poi però non c'è stato nessun esito. Il problema è che quando uno perde il lavoro e ha più di 40 anni cosa fa, si butta nell'umido? Senza aiuti è difficile trovare un altro lavoro e molti hanno famiglie che fanno affidamento su di loro". "Per questo - prosegue Fasulo - abbiamo incontrato di nuovo Canelli. Il nostro progetto è quello di chiedere al sindaco un impegno concreto per la ricollocazione ma non solo: vogliamo che anche la famiglia Boroli si assuma le proprie responsabilità. La nostra ultima richiesta è la creazione di un tavolo con la famiglia, visto che ha ancora interessi nell'editoria e crediamo che possa impegnarsi per i lavoratori che ancora non hanno trovato un nuovo impiego". 

Le difficoltà della ricollocazione

Al momento della chiusura delle Officine Grafiche si era parlato di corsi e sostegno per i dipendenti per trovare un nuovo lavoro. Nella pratica però nulla di tutto ciò è avvenuto e i pochi che si sono ricollocati lo hanno fatto con mezzi propri: sono soprattutto giovani o persone che svolgevano un lavoro non specifico, come impiegato contabile, magazziniere o elettricista. Per gli altri invece la ricerca di un lavoro è stata assolutamente infruttuosa. Sono così decine le famiglie in difficoltà: "La disoccupazione ormai è arrivata a 700 euro al mese - spiega un ex dipendente delle Officine - abbiamo affitti e mutui da pagare, oltre a figli da mantenere: come dovremmo fare?"

L'impegno dei sindacati

"Se la città pensava di aver dimenticato il destino di queste persone ha sbagliato: chiederemo con forza che si trovi una soluzione" chiude Fasulo. "L'amministrazione si deve attivare, non può semplicemente dire che la famiglia Boroli non vuole creare un tavolo. Noi crediamo che il sindaco e gli ex proprietari abbiano una responsabilità sociale e che debbano rispettarla". 

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