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Economia

Industria manifatturiera novarese: nel 2012 calano gli investimenti

Rovellotti: "I risultati della realtà novarese riflettono la profonda incertezza in cui si trovano immerse le nostre imprese, che tendono a rimandare le proprie decisioni di spesa e a mantenere lo status quo"

Ridotta propensione ad investire, importi di spesa contenuti ed interventi orientati alla sostituzione piuttosto che all’innovazione: cautela è la parola d’ordine dell’approfondimento sugli investimenti 2012 realizzato nell’ambito dell’Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera piemontese.

"I risultati della realtà novarese - ha commentato commenta il presidente della Camera di Commercio di Novara Paolo Rovellotti - riflettono la profonda incertezza in cui si trovano immerse le nostre imprese, che tendono a rimandare le proprie decisioni di spesa e a mantenere lo status quo. Non manca, d’altro canto, la volontà di crescere in termini di capacità produttiva e nuovi prodotti, azioni che necessitano tuttavia di una strategia di pronto intervento. Non esiste lavoratore senza imprenditore, ma le imprese non possono continuare ad autofinanziarsi: non possiamo permettere che le difficoltà dello Stato deprimano il nostro tessuto produttivo e il mercato del lavoro. Confidiamo dunque nel nuovo governo affinché intervenga con serietà e immediatezza per rimettere in circolo liquidità ed aprire una prospettiva di rilancio".  

Alla domanda "L’azienda ha effettuato investimenti nel 2012?" solo il 37,7% del campione ha risposto in maniera affermativa (contro il 45,2% del 2011), secondo valore più basso tra le province piemontesi, subito dopo Vercelli, con un distacco di oltre dieci punti percentuali dalla media regionale.

La prudenza prevale anche sul fronte degli importi: appena il 7% delle imprese intervistate ha compiuto investimenti over 100mila euro, rispetto al 10,4% dell’intero Piemonte.

Gli investimenti si sono concentrati principalmente sui macchinari e attrezzature (68,2%); le altre voci di spesa più significative sono state i fabbricati, ad uso produttivo e non (33,2%), i beni di vario genere, tra cui arredamento ed automobili (22,3%), e gli impianti fissi (19,6%).

Quasi 7 imprese su 10 hanno indicato quale finalità prevalente degli investimenti compiuti la sostituzione di impianti e attrezzature obsolete, mentre al secondo posto si colloca il miglioramento dell’efficienza e della flessibilità dei processi produttivi, segnalato dal 31,7% degli intervistati. Seguono l’aumento della capacità produttiva (23,6%), l’introduzione di nuovi prodotti (18,3%) e il miglioramento della gestione aziendale (18,1%), mentre appare più contenuta la quota del risparmio energetico (5,3%).

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