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Economia

Coronavirus, dal Piemonte un "vademecum" per la "Fase 2": le linee guida per far ripartire il Paese in sicurezza

Cooordinati dal Politecnico di Torino e dagli altri atenei piemontesi, cinque gruppi di lavoro hanno elaborato proposte su strumenti e procedure per una ripresa in sicurezza delle attività lavorative

Sono state condivise nella giornata di oggi, martedì 14 aprile, con i vertici politici regionali e il mondo imprenditoriale piemontese le fasi finali di stesura del documento, frutto del lavoro di una task force di esperti tecnico-scientifici delle università piemontesi e di altre università e centri di ricerca coordinati dal Politecnico di Torino, che contiene una serie di linee guida da applicare per l’avvio della cosiddetta "Fase 2", quella della riapertura delle attività produttive.

"Una volta ultimato, nei prossimi giorni, con il Politecnico invieremo questo documento al premier Conte - ha spiegato il presidente della Regione Alberto Cirio - mettendo a disposizione del nostro Paese il lavoro di studio elaborato in Piemonte e che testeremo su un campione di realtà del territorio che si sono già rese disponibili. Abbiamo bisogno che le nostre imprese ripartano, ma è fondamentale che lo facciano in sicurezza perché non si vanifichino tutti gli sforzi messi in campo finora. Questo vademecum sarà uno strumento utile, scientificamente testato dal Politecnico e dai nostri atenei, per dare supporto concreto ai nostri imprenditori e far sì che si possa ripartire, ma in sicurezza".

Le numerose linee guida delineate dai gruppi di lavoro daranno indicazioni precise su come gestire la riapertura. Ad esempio, spiegano dalla Regione, saranno fornite istruzioni su come gestire ingressi, turni e spazi: dalla distanza interpersonale da adottare in relazione alle superfici dei locali, all’organizzazione degli ingressi e degli spazi grazie anche all’adozione di dispositivi di monitoraggio non invasivo nel rispetto della privacy, alla suddivisione dei lavoratori in squadre. Un punto chiave sarà inoltre l’utilizzo corretto di metodi semplici ed estendibili a tutte le realtà aziendali: i dispositivi di prevenzione del contagio, in primis le mascherine, la garanzia del distanziamento, l’igiene e la sanificazione dei luoghi.

Anche l’utilizzo delle tecnologie dovrà essere potenziato, in modo coerente e tarato sullo sviluppo tecnologico di ciascuna realtà aziendale. Le tecnologie suggerite vanno dall’impiego di diari online per il tracciamento a metodi di screening diagnostico rapidi, economici e applicabili in larga scala (ad esempio temperatura con visori Ir durante l’intera giornata lavorativa, App di autovalutazione dei sintomi, telediagnosi, ecc.), da attività di formazione online fino alle App per evitare di recarsi in luoghi nei quali già ci sono assembramenti, a sistemi di simulazione degli spazi e dei flussi, fino all’utilizzo della realtà virtuale per la formazione e il lavoro. Secondo la Regione, tutte le tecnologie suggerite saranno tecnicamente ed economicamente praticabili da tutti, le grandi come le piccole imprese.

Le linee guida definite nel rapporto saranno applicate in alcune aziende e realtà culturali che si sono già candidate per la sperimentazione, e che saranno seguite dalla task force per garantire misure adatte alla riapertura. Per avviare questa fase, è necessaria un’analisi attenta dei fabbisogni di dispositivi e strumentazioni dei quali sarà necessario che aziende e realtà produttive si dotino. 
 
Secondo lo studio della task force di esperti tecnico-scientifici, per coprire il fabbisogno delle imprese piemontesi, serviranno ogni mese circa 80 milioni di mascherine, 750 metri cubi di igienizzante mani, 38 milioni di guanti e 21mila cuffie; per garantire la rilevazione della temperatura in ingresso, invece, saranno necessari 175mila termometri.

"La riapertura sarà un elemento chiave per la competitività delle aziende italiane - ha commentato il rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco - se non per la loro stessa sopravvivenza, specialmente nel caso delle piccole e medie imprese, ma siamo altrettanto convinti che la massima protezione delle persone nel loro luogo di lavoro sia irrinunciabile. Per questo ci siamo messi, con le altre università del territorio, a disposizione del sistema produttivo del nostro Paese, perché la ripartenza sia progettata al più presto e nella piena sicurezza deli lavoratori, mettendo a sistema tutte le conoscenze disponibili".

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