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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Giornata dell'Economia: a Novara focus su imprese, lavoro, credito e investimenti

Giovedì incontro organizzato da Camera di Commercio e Banca d'Italia dedicato all'economia del Piemonte e del novarese

"L’economia del Piemonte e della provincia di Novara: dati territoriali e confronto con il quadro nazionale" è stato il tema dell’incontro organizzato a Novara da Camera di Commercio e Banca d’Italia nel pomeriggio di giovedì 23 giugno.

Ad aprire i lavori è stato il presidente della Camera di Commercio Maurizio Comoli: "L’appuntamento di oggi si inserisce all’interno delle iniziative promosse dal sistema camerale in occasione della 14esima Giornata dell’Economia con l’intento di fotografare lo stato di salute dell’economia italiana e territoriale. Quest’anno, in particolare, ricorrono vent’anni da quando la gestione del Registro Imprese è stata affidata alle camere di commercio, che nel tempo hanno saputo valorizzare questo strumento informativo dove sono oggi raccolti i dati relativi a 6 milioni di imprese e 10 milioni di amministratori di società".

A portare i proprio saluti anche il neo sindaco di Novara Alessandro Canelli: "Uno dei punti centrali della nuova amministrazione è quello di dare maggior impulso allo sviluppo economico del territorio, non da soli, ma con la collaborazione di tutti i soggetti che vi concorrono". 

Ha quindi preso la parola Martin Zagler, professore presso il Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa dell’Università del Piemonte Orientale, il quale ha illustrato le dinamiche che caratterizzano l’attuale scenario economico italiano.

"Dal 2000 la crescita media italiana è stata pressoché nulla - ha spiegato Zagler - per criticità esistenti sia sul fronte della domanda, come il freno degli investimenti, sia su quello dell’offerta, tra cui l’aumento del costo unitario del lavoro. Per quanto riguarda la facilità di fare impresa l’Italia non rappresenta il Paese OCSE con la tassazione più alta e nemmeno quello con la più rigida regolamentazione, ma la combinazione di questi due elementi pesa sull’economia nazionale".

È seguita la presentazione del Rapporto annuale sull’economia piemontese della Banca d’Italia, introdotto da Ezio Gamerro, dirigente della sede di Torino, ed illustrato da Cristina Fabrizi della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale della Banca d’Italia. "Tra il 2007 e il 2014 il Pil in Piemonte è calato più della media nazionale, ma nella manifattura non sono mancati segnali di dinamismo - ha commentato Fabrizi - anche se il leitmotiv di questi ultimi anni è stato sicuramente l’eterogeneità di risultati tra imprese e settori di attività, come emerge dagli andamenti diversificati del mercato del lavoro e di quello del credito. Per il 2016 le previsioni delle imprese appaiono positive, ma l’incertezza rispetto al contesto esterno rimane elevata".

Dopo gli interventi dedicati all’andamento dell’economia nazionale regionale, il focus di analisi si è concentrato sul territorio novarese, grazie all’intervento di Cristina D’Ercole, segretario generale della Camera di Commercio di Novara: "Anche per Novara la parola d’ordine degli ultimi cinque anni è stata eterogeneità: a livello generale si riscontra un progressivo assottigliamento della base imprenditoriale, passata dalle 32.299 imprese registrate nel 2010 alle 31.073 del 2015. Una riduzione che ha colpito soprattutto le imprese artigiane e quelle delle costruzioni, a fronte di un rafforzamento delle società di capitali, cresciute di oltre 580 unità nel periodo in esame".

"A fine 2015 gli addetti totali del territorio ammontano a 104.490, di cui il 76,8% sono dipendenti. Tra 2014 e 2015 si registra una lieve flessione del mercato del lavoro, pari al -0,1%, con una perfomance migliore per la componente dipendente, cresciuta del +0,9%, corrispondente a 705 unità. Meno positiva la dinamica relativa al valore aggiunto - ha continuato D’Ercole - che ha visto Novara retrocedere dalla 29a posizione nella classifica pro capite nazionale 2010 alla 41a nel 2015; segnali confortanti arrivano invece dagli indicatori legati alla propensione all’export e al grado di apertura sui mercati esteri, entrambi cresciuti tra 2011 e 2015, mantenendosi al di sopra dei corrispondenti valori regionali e nazionali". 

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