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Economia

Pozzo esplorativo di Carpignano Sesia: all'Ain un incontro con Eni

L'appuntamento, ieri a Novara. Obiettivo: illustrare le caratteristiche del progetto Eni che prevede di realizzare un pozzo esplorativo per la verifica della presenza di un giacimento idrocarburi liquidi nel territorio di Carpignano

L'Ain incontra Eni.

Ieri pomeriggio, mercoledì 23 gennaio, nella sede dell'Associazione Industriali di Novara, si è tenuto un incontro, riservato alle aziende associate, dedicato a illustrare le caratteristiche del progetto Eni che prevede di realizzare un pozzo esplorativo per la verifica della presenza di un giacimento idrocarburi liquidi nel territorio di Carpignano Sesia.

Erano presenti il presidente dell'Ain Fabio Ravanelli, il responsabile del Distretto centro settentrionale di Eni Exploration & Production Leonardo Spicci, e una ventina di imprenditori di aziende con sede nel Novarese e nei tre comuni del Vercellese (Arborio, Ghislarengo e Lenta) interessati dalla procedura regionale di Valutazione di impatto ambientale.

"Vogliamo considerare quest’opera - ha spiegato Ravanelli introducendo i lavori - partendo dal concetto di 'sviluppo sostenibile' di un territorio. Come ci ricorda l’Unione Europea, infatti, ogni forma di sviluppo deve promuovere contemporaneamente tre variabili: la crescita economica, la tutela dell’ambiente e la promozione sociale. Non riteniamo possibile che anche solo una delle tre variabili possa essere perseguita a scapito delle altre due e, pur sapendo che questo pensiero è molto facile da enunciare ma non sempre semplice da perseguire, riteniamo che questa sia la strada da percorrere, soprattutto in un momento, come l'attuale, in cui lo sviluppo del Novarese è un fattore irrinunciabile. Se il progetto diventerà realtà cercheremo di intessere una rete più possibile dinamica e articolata per creare sinergie utili al nostro territorio".

"Il dovere che abbiamo sentito di assumerci - ha chiarito Ravanelli concludendo il suo intervento - è quello di favorire la comprensione dei problemi sul tappeto e le misure per risolverli. Le procedure autorizzative sono in corso e ci auguriamo che si concludano in tempi rapidi, con il rigore, l’intelligenza e la lungimiranza che devono permearle. A questo proposito vi informo che proprio oggi è stata pubblicata la determina con cui la Regione Piemonte ha prorogato di 60 giorni la scadenza del procedimento di Valutazione di impatto ambientale. Entro il prossimo 24 marzo, quindi, ci aspettiamo un pronunciamento definitivo in merito".

Durante l'incontro, Spicci ha illustrato le caratteristiche tecniche dell'opera, che costituisce uno dei progetti di maggior interesse recentemente individuati in Pianura Padana. Il pozzo si collega all'attività del giacimento di Villafortuna, nei pressi di
Trecate, dove Eni ha avviato l'estrazione di idrocarburi nel 1984 e dove è attivo, dal 1991, il "Centro Olio Trecate"
, che raccoglie e lavora la produzione di 11 pozzi prima di spedirla, tramite oleodotto, alla raffineria di San Nazzaro dei Burgundi (PV). Il picco di attività del "Centro Olio di Trecate", dove oggi lavorano 54 persone, è stato raggiunto nel 1997, con una portata di circa 85mila barili/giorno, mentre attualmente il giacimento è in fase di declino naturale, con una produzione di circa 3mila barili al giorno (il 90% dei quali estratti da uno solo dei quattro pozzi attivi) che porterà, in mancanza di interventi, alla chiusura della produzione e del "Centro Olio" entro il 2015.

L’intervento progettato a Carpignano Sesia comporterà un investimento di circa 30 milioni di euro per la realizzazione del pozzo esplorativo, la cui profondità prevista è di 4.500 metri. Compresa la fase di allestimento del cantiere la durata del progetto sarà di circa 12 mesi.

Secondo Eni, il pozzo di Carpignano Sesia rappresenta la prospettiva a più lungo termine per l'intera produzione di idrocarburi del Novarese. Se risultasse positivo, infatti, il progetto prevede un collegamento del pozzo al Centro Olio di Trecate attraverso una condotta interrata di circa 30 km., senza la costruzione di alcun nuovo impianto nell’area di Carpignano Sesia. In questo modo si otterrebbe il duplice beneficio di limitare al minimo l’impatto sul territorio carpignanese e di dare continuità a uno dei più moderni (e più monitorati, dal punto di vista delle emissioni) impianti di trattamento olio in Italia, garantendo un futuro lavorativo alle maestranze impiegate a Trecate e mantenendo l’indotto esistente. Tale indotto è stimato, infatti, in un centinaio
di persone e in un giro d’affari di circa 10 milioni di euro l’anno per le attività di controllo e manutenzione.

Il successo del progetto comporterebbe, una volta avviata la produzione, anche una significativa ricaduta economica sul territorio attraverso la distribuzione delle royalties, stimate, sulla base di una produzione attesa di circa 3.000-3.500 barili al giorno e di una vita produttiva di circa 15 anni, in circa 7 milioni di euro ogni anno, da suddividere secondo le percentuali previste dalla legge: 55% alla Regione, 30% allo Stato e 15% al Comune di Carpignano Sesia (che incasserebbe circa un milione di euro l’anno).

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