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Economia Bicocca / Via Giorgio Ansaldi

Il lavoro del futuro? É la sarta. Tra fili e tessuti pregiati, le storie di chi ce l'ha fatta

Tra gli scampoli e i macchinari, i dipendenti della Sartoria É ci raccontano le loro storie e perchè i giovani dovrebbero appassionarsi a questo mestiere: un'arte antica e collaborazione con case del calibro di Dolce & Gabbana e Versace

Il lavoro del futuro? È la sarta. Ce lo raccontano le dipendenti della Sartoria È, creata dalla cooperativa sociale Emmaus, che da poco ha inaugurato la nuova sede in via Ansaldi.

Tra fili, macchine per cucire, tavoli da taglio e tessuti pregiati lavorano dieci persone, otto donne e due uomini, che hanno la passione per un lavoro che ormai sta scomparendo e per cui invece c’è molta richiesta. Fatica, sì, ma anche il giusto riconoscimento alla fine del percorso: dopo la formazione, vengono proposti contratti a tempo indeterminato. 

Il lavoro alla Sartoria É

La cooperativa

“È un lavoro molto complicato, per cui non basta essere capaci, ma ci vuole una propensione naturale, una vera e propria passione”. A parlare è Giuseppe Ruga, responsabile della sartoria. “Ho lavorato 40 anni nel tessile e so cosa vuol dire questo lavoro: è un mestiere che sta andando perso. Purtroppo la delocalizzazione delle aziende ha fatto sì che molta produzione si spostasse verso l’estero, con costi minori, ma con una qualità che è nettamente inferiore all’artigianato italiano. La conseguenza è che abbiamo perso una generazione di sarte. Noi lavoriamo con marchi del calibro di Versace, Missoni, Dolce e Gabbana e non solo: la qualità della lavorazione è tutto”.

“Prima di arrivare qui nei nuovi locali – prosegue Ruga –, abbiamo iniziato in un container dell’ex Campo Tav, ma è solo da quando siamo qui che siamo davvero operativi: abbiamo l’ambizione di una vera sartoria di un certo livello e ci stiamo riuscendo. Il progetto per i prossimi anni è crescere, ma non è semplice: spesso è difficile trovare sarti capaci”.

“La più grande soddisfazione è vedere questi lavoratori oggi orgogliosi del lavoro che svolgono - spiega don Dino Campiotti, presidente della Cooperativa Emmaus -. La nuova sede ci permetterà di avere nuove persone con noi e dunque di offrire lavoro a chi è in difficoltà, avviando nuovi percorsi di formazione professionale. Siamo grati a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto e a chi oggi apprezza la nostra professionalità e la qualità del nostro lavoro affidandoci importanti lavorazioni per le loro aziende. Oggi è solo un altro passo importante per la cooperativa Emmaus che prosegue cosi il suo progetto all'insegna della solidarietà e dell'attenzione al prossimo”.

“È con grande piacere che abbiamo deciso di sostenere fin dall’inizio il progetto della sartoria, presentatoci da Don Dino e di essere ancor oggi al fianco della Cooperativa Emmaus nell’ampliamento del laboratorio e nell’inaugurazione di una nuova sede - dice Chiara Boroli, Segretario Generale della Fondazione De Agostini -. Da sempre la nostra Fondazione è sensibile ai bisogni e alle necessità del territorio novarese e, in modo particolare, questa iniziativa rispecchia la vocazione della nostra Fondazione a finanziare progetti concreti ed efficaci, che siano in grado di raggiungere l’auto-sostenibilità, anche economica, dopo la fase iniziale di avvio e di creare nuove opportunità di lavoro, coerentemente con lo spirito imprenditoriale che contraddistingue il Gruppo De Agostini”. 

La parola alle sarte: le loro storie

Che la sartoria sia una passione ce lo raccontano anche i dipendenti della Sartoria È, che lavorano otto ore al giorno impegnati a tagliare, cucire e confezionare abiti di altissima qualità. “Sono cresciuta in una famiglia di sarte – ci racconta Yvonne –, così ho deciso di fare un corso. Mi è sempre piaciuto questo lavoro: è faticoso ma dà tanta soddisfazione”.

“Io sono diplomata geometra – spiega sorridendo Mary –, ma dopo qualche anno di lavoro ho capito che la mia vera passione era questa, visto che fin da piccola vedevo mia nonna cucire”. “Ho fatto la sarta per 10 anni – dice Luisa –, poi ho cambiato tanti lavori e per anni ho fatto altro. Quando mi si è presentata questa occasione sono tornata alla sartoria: è un lavoro difficile, in cui non si smette mai di imparare”. “Io volevo studiare medicina, ma poi ho fatto una scuola professionale: ci volevano troppi anni per diventare medico  – dice ridendo Marina –. Così mi sono appassionata alla sartoria”.

“Non avevo un lavoro e mentre i miei due bambini erano a scuola non avevo niente da fare – racconta Soumia –. Ho iniziato quasi per gioco a fare un corso di sartoria. Non avrei mai pensato che sarebbe potuto diventare il mio lavoro, quando portavo il curriculum chiedevo sempre per lavori nelle imprese di pulizie: sono straniera e spesso sono questi i lavori che si trovano. Invece poi ho iniziato qui alla sartoria e sono felicissima”.

“Fin da piccola mi piaceva il lavoro della sarta - dice Maria -, così ho fatto dei corsi, ma non ho mai lavorato. Ora che i figli sono grandi ho deciso di rimettermi in gioco e mi trovo benissimo qui”. A confermare che la sarta è un lavoro che sta sparendo è anche Giusy, che ci spiega che “le ragazze di oggi vogliono fare tutte le stiliste. Anche quando fanno un corso di sartoria puntano poi a disegnare abiti, non a realizzarli. Invece è un lavoro bellissimo, crei un vestito dal nulla, con una soddisfazione veramente enorme”.

Non è un lavoro solo per donne

Alla Sartoria È lavorando anche due uomini: sono Martino e Hazim, entrambi addetti al taglio, che deve essere assolutamente preciso per permettere la realizzazione degli abiti.

“Prima facevo il metalmeccanico, sempre per la cooperativa Emmaus – dice Martino –, poi sono passato a fare questo lavoro e mi trovo molto bene”. Hazim invece viene dal Marocco e ci racconta di essere cresciuto in mezzo a fili e scampoli. “Mia mamma era sarta - dice -. Io ho frequentato la scuola d’alta moda e ho lavorato per anni in un’azienda tessile in Marocco. Nel 1999 sono andato in Francia per lavoro e lì mi hanno offerto un impiego in una grossa azienda di abbigliamento. Nel 2007 sono poi venuto in Italia e, quando ho saputo che qui cercavano, ho presentato domanda e sono stato assunto immediatamente”.

AAA sarte cercasi

La cooperativa sociale Emmaus, di cui fa parte la Sartoria È, si occupa di dare lavoro a persone svantaggiate o che sono fuori dal mercato del lavoro. “Ma chiunque può fare domanda – spiega Ruga –. Ovviamente prediligiamo persone che sono disoccupate, ma cerchiamo sempre uomini e donne qualificati e appassionati. Qui tutti i dipendenti vengono assunti per qualche mese per la formazione, poi se li riteniamo validi vengono confermati a tempo indeterminato”.

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