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Economia

Demografia delle imprese novaresi: la provincia resiste alla crisi

I primi 9 mesi si chiudono con un bilancio positivo (+0,5%) ma dimezzato rispetto allo scorso anno. Non si arresta il calo dell'artigianato. Rovellotti: "La tenuta della base imprenditoriale novarese rappresenta un segnale positivo"

Un tessuto produttivo non privo di difficoltà, ma che continua a resistere: è questo il quadro che emerge dai dati relativi all’andamento demografico delle imprese novaresi nei primi nove mesi del 2012.

Tra gennaio e settembre lo stock delle imprese registrate è aumentato complessivamente di 146 unità, variazione che, in termini percentuali, si attesta al +0,5%, a fronte del +1% registrato nello stesso periodo dello scorso anno.

"In un periodo segnato da evidenti difficoltà la tenuta della base imprenditoriale novarese rappresenta un segnale positivo - ha commentato il presidente della Camera di Commercio di Novara Paolo Rovellotti - sebbene la vitalità del sistema economico si sia dimezzata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con una lieve riduzione del peso rivestito dall’industria, settore che manifesta le maggiori sofferenze, soprattutto in riferimento alle costruzioni. I dati ci dicono che la voglia di mettersi in proprio non si è spenta, nonostante gli affanni, che colpiscono in particolare l’artigianato: servono però incentivi ed interventi mirati per sostenere l’occupazione e permettere alle imprese di rimanere sul mercato con competitività".

Tra gennaio e settembre 2012 si sono iscritte al registro delle imprese 1.700 aziende, mentre sono 1.574 quelle che hanno cessato la propria attività, portando lo stock complessivo a 31.958 unità, di cui il 33,2% risulta costituito da ditte artigiane. L’artigianato, in particolare, continua ad essere interessato da un calo demografico: nei primi nove mesi dell’anno le chiusure di attività hanno infatti superato le aperture,
con un conseguente saldo negativo di 72 imprese che fa scendere la consistenza della componente artigiana a 10.619 unità.

Sotto il profilo settoriale, le tipologie di attività che offrono i contributi maggiori alla crescita complessiva del periodo gennaio-settembre sono i servizi alle imprese (+79 unità), l’alloggio e ristorazione (+77) e il commercio (+44). Positivo, ma più contenuto, anche il saldo evidenziato dai servizi alle persone (+25). Si registra, invece, una riduzione della base imprenditoriale per le costruzioni (-52 unità), le attività manifatturiere, con particolare riferimento al comparto della meccanica ed elettronica (-38) e, in misura più lieve, dell’agricoltura (-6).

Per quanto riguarda la composizione settoriale, alla data del 30 settembre 2012 il sistema produttivo locale risulta costituito da 31.958 imprese, di cui 28.990 attive ed operanti per il 7,8% nell'agricoltura, per il 32,3% nell'industria (di cui il 19,6% nelle costruzioni e il 12,7% nell'industria in senso stretto) e per il 59,7% nel terziario (di cui il 24,8% nel commercio e il 35% negli altri servizi).

Dall’analisi della forma giuridica emerge come le società di capitale, equivalenti al 19,3% delle imprese registrate nel Novarese, evidenzino tra gennaio e settembre un tasso di crescita quasi tre volte superiore alla media provinciale, con un saldo, in termini assoluti, di 80 unità, pari al 54,8% del saldo complessivo dei nove mesi. Si registra, invece, una "crescita zero" per le ditte individuali, che nel periodo in esame
aprono 1.200 sedi, pari al 70,6% delle iscrizioni complessive, ma concentrano, nel contempo, il 75,6% delle cessazioni (1.191 in termini assoluti), con un’incidenza sul totale delle imprese novaresi registrate pari al 56,8%. Tra gennaio e settembre si rilevano, infine, 209 iscrizioni (12,3% del totale) e 192 cessazioni (12,2%) relativamente alle società di persone, con una consistenza alla fine dei nove mesi di 6.836 unità produttive, corrispondente al 21,4% del sistema imprenditoriale novarese.

Le criticità manifestate dal tessuto produttivo provinciale trovano riscontro anche nei dati sull’occupazione di fonte Smail, il Sistema di Monitoraggio Annuale delle Imprese e del Lavoro, recentemente aggiornato a dicembre 2011. L’analisi dei dati SmailL, in particolare, evidenzia nel corso del 2011 un calo nel numero di addetti (che includono imprenditori e lavoratori dipendenti), la cui entità, che aveva visto il suo punto più critico nel 2009 (-2,4%), si riduce rispetto agli anni precedenti, portandosi al -1,3%. Ad accusare le maggiori difficoltà sono soprattutto le costruzioni, con un calo tendenziale degli addetti pari al -3,5%; negativa anche la perfomance dell’industria (-1,8%), senza eccezione per alcun comparto, mentre i servizi confermano una miglior capacità di tenuta (-0,5%): gli addetti aumentano nell’alloggio e ristorazione, nei servizi alle imprese e in quelli personali; si mantengono stabili nel commercio, mentre diminuiscono nelle rimanenti attività.

 

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