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Economia

Occupazione in calo nel novarese: nel 2012 diminuiscono le assunzioni

I dati sono stati resi noti dal Sistema Informativo Excelsior. Per il quarto anno consecutivo il mercato del lavoro novarese evidenzia un saldo negativo tra le previsioni di entrate e di uscite, pari a -530 unità

Cala l'occupazione nel novarese.

Nel 2012, per il quarto anno consecutivo, il mercato del lavoro novarese evidenzia un saldo negativo tra le previsioni di entrate e di uscite, pari a -530 unità, di cui 250 nel solo comparto artigiano.

I dati arrivano dal Sistema Informativo Excelsior, l’indagine promossa da Unioncamere e Ministero del Lavoro che raccoglie le aspettative di assunzione dipendente delle imprese dell’industria e dei servizi.

"La contrazione occupazionale attesa quest’anno - ha spiegato il presidente della Camera di Commercio di Novara Paolo Rovellotti - appare più contenuta rispetto a quella registrata nel recente passato, e lievemente migliore della performance regionale e nazionale: -0,7% è il tasso di variazione provinciale, a fronte del -1,3% del Piemonte e del -1,1% dell’intera Italia. Novara è tra i territori in cui il rallentamento occupazionale appare meno intenso, posizionandosi al 5° posto nella classifica dei tassi provinciali italiani, a pari merito con Parma e Bologna. Un dato dunque confortante, pur nella sua negatività".

In generale le dinamiche occupazionali appaiono improntate alla staticità: a diminuire sono sia le entrate (passate dalle 4.410 del 2011 alle 3.160 del 2012) che le uscite (scese da 5.090 a 3.690). Calano anche le imprese intenzionate a reclutare personale, che rappresentano poco del meno del 15% del totale (a fronte del 21,4% del 2011): la flessione interessa tutte le classi dimensionali, anche se le imprese di maggiori dimensioni (50 dipendenti ed oltre) si mantengono comunque più favorevoli, prevedendo di allagare la propria base occupazionale in oltre 7 casi su 10. Disponibilità ad assumere superiori alla media provengono inoltre dalle imprese esportatrici (31,4%) ed innovatrici (26,9%).         

La prudenza prevale anche in riferimento alla durata delle assunzioni: rispetto al 2011 diminuisce di 6 punti percentuale la quota delle assunzioni non stagionali (pari al 78,4% delle entrate complessive) e, tra di esse, perde terreno la percentuale dei contratti a tempo indeterminato, scesi al di sotto del 30%, mentre lo scorso anno sfioravano il 35%.

Meno assunzioni rispetto al passato, dunque, ma con maggiore qualificazione. Se da lato le imprese si dimostrano particolarmente caute in termini di assunzioni, dall’altro si rivelano maggiormente selettive rispetto al passato: per oltre la metà delle entrate non stagionali sarà richiesta una laurea o un diploma; cresce anche la domanda di candidati in possesso di una qualifica professionale, mentre si riduce nettamente la necessità di personale privo di una formazione specifica (dal 40,8% del 2011 al 26,7% del 2012).

La classifica delle professioni più richieste dalle imprese novaresi, in termini assoluti, è guidata dalle addetti alle vendite (360); seguono le professioni qualificate nei servizi personali (230), gli impiegati addetti alla segreteria (160), i tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione delle attività produttive (140), gli addetti alla ristorazione (130) e i tecnici in campo ingegneristico (120).

I profili tecnici si confermano, inoltre, i più difficili da reperire: in media le imprese provinciali riscontrano criticità nell’individuare candidati che soddisfino i propri criteri nel 16,7% dei casi (21,2% nel 2011), percentuale che sale al 29% in riferimento alle professioni tecniche, arrivando addirittura a sfiorare l’80% per i tecnici in campo ingegneristico.

Scendendo nel dettaglio delle competenze ritenute molto importanti per le imprese, emergono in primis l’abilità nel gestire i rapporti con i clienti e la capacità di lavorare in gruppo, seguiti da autonomia, capacità comunicativa scritta ed orale, flessibilità ed adattamento. Per laureati e profili ad elevata specializzazione assume inoltre particolare rilievo, dopo il team work, l’abilità di problem solving.

Rispetto allo scorso anno cresce inoltre la disponibilità delle imprese ad assumere giovani in uscita dal sistema formativo, ma aumenta, nel contempo, l’attenzione per il fattore esperienza, chiesto mediamente in 6 casi su 10, ma in quasi 8 per i laureati. La conoscenza diretta si conferma e si rafforza quale strumento principale per la selezione del personale, scelto da quasi il 47% delle imprese e preferito di gran lunga rispetto a banche dati, segnalazioni di conoscenti e utilizzo di intermediari, sia privati che istituzionali.

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