Senza stipendio da mesi: la protesta delle educatrici nel novarese
Le lavoratrici della cooperativa sociale "Progetto e vita" hanno comunque garantito il servizio, indossando una maglietta rossa a scuola con lo slogan "L'assistenza è puntuale, lo stipendio no!"
"L'assistenza è puntuale, lo stipendio no!". E' questo lo slogan della protesta messa in scena ieri, mercoledì 1° marzo, da una ventina di educatrici ed educatori in diversi comuni del novarese. I lavoratori della cooperativa sociale "Progetto e vita", di Sondio ma in appalto in provincia di Novara con il Comune di Galliate, Cerano, Biandrate e due scuola materne private di Romentino e Galliate, hanno infatti manifestato il loro disagio per le mancate retribuzioni di dicembre e gennaio e per la scomparsa di gran parte del loro Tfr (circa il 95%) dal fondo di tesoreria dell'Inps.
Le educatrici e gli educatori coinvolti hanno manifestato garantendo comunque il servizio di assistenza ai bambini disabili a loro affidati nelle scuole, ed indossando una maglietta rossa con lo slogan della protesta.
La protesta, indetta in tutto il Piemonte nei comuni in cui la cooperativa è in appalto, è la continuazione di altre proteste avvenute anche in altre regioni (Lombardia e Veneto) sempre per il medesimo problema.
"I nostri solleciti, ripetuti nei mesi - commmentano da Fp Cgil Novara e Vco - sono caduti nel vuoto ed ora molti degli stessi lavoratori (complessivamente circa una ventina), che peraltro stanno responsabilmente continuando a garantire il servizio a tutela dei minori disabili a loro assegnati, stanno incominciando ad avere seri problemi di sostenibilità economica familiare. La Fp Cgil Piemonte, vista la vastità e gravità del problema ha formalizzato una richiesta di conciliazione in prefettura a Torino, con la cooperativa in oggetto e tutte le parti istituzionali coinvolte, per trovare soluzione idonea alla grave soluzione in atto. La Fp Cgil di Novara e Vco ha inoltre avviato tutte le procedure di denuncia per il recupero sia delle mensilità arretrate che del Tfr indebitamente prelevato dal Fondo di garanzia dell’Inps".