Borgomanero, torna il cineforum del martedì
Martedì 12 novembre nuovo appuntamento con il cineforum a Borgomanero. Al Cinema Nuovo va in scena "Dililì a Parigi".
La scheda del film
Titolo originale: Dilili à Paris
Regia: Michel Ocelot
Soggetto: Michel Ocelot
Sceneggiatura: Michel Ocelot
Fotografia: Michel Ocelot
Musiche: Gabriel Yared
Montaggio: Patrick Ducruet
Produzione: Christophe Rossignon, Philip Boëffard per Nord-Ouest Films/Studio O/Arte France Cine-ma/Mars Films/Wild Bunch/Artemis Productions/Senator Film Produktion/Mac Guff
Distribuzione: BIM
Durata: 95'
Origine: Francia, Belgio, Germania, 2018
Data uscita: 24 aprile 2019
Nella Parigi della Belle Époque, la piccola detective Dilili, originaria della Nuova Caledonia, inizia a indagare insieme al giovane fattorino Orel su alcuni misteriosi rapimenti di ragazze. Durante le loro ricerche, i due incontrano uomini e donne straordinari, celebri artisti e pensatori, che forniscono loro una serie di indizi. Dilili e Orel vengono così a conoscenza di un sottobosco di cattivi molto particolari, i Maestri Uomini, e faranno di tutto per fermarli.
La pacata spettacolarità delle raffinate immagini colorate, sempre esaltate dalla proiezione su grande schermo, e l’atmosfera di fiaba che circonda anche la più realistica delle ambientazioni sono aspetti costanti del cinema d’animazione di Michel Ocelot. L’autore francese, dallo stile narrativo sobrio e dalla messinscena magica, presenta un filo di continuità riconoscibile seppur ogni sua opera sia un’esperienza nuova a sé. Per questo gli amanti del film animato d’oltralpe troveranno nel suo ultimo “Dilili a Parigi” un modo del raccontare conosciuto e rassicurante, ma allo stesso tempo una storia inedita per taglio, tecnica e collocazione.
Film d'apertura all'ultimo festival di Annecy, l'opera conferma la capacità di Ocelot di meravigliare con animazione sofisticata ed elegantemente innovativa. L'autore francese di “Kirikù e la strega Karabà”, incantevole film di formazione in salsa africana (per altro appartenente alle sue radici, visto che ha trascorso l’infanzia in Guinea), delle fiabesche novelle in silhouette di “Principi e principesse”, della parabola policroma deliziosamente esotica di “Azur e Asmar”, torna ad affascinare miscelando disegno animato con ambientazioni dal vero. Oltre alla regia e alla sceneggiatura infatti, Ocelot ha curato personalmente le immagini analogiche scattate della sua città e splendidamente armonizzate con le azioni disegnate. Ocelot ha scelto quindi Parigi questa volta, città in cui vive e lavora, come set per la sua storia favolosa, sempre con sguardo e sensibilità multiculturali.
Situata nella capitale d'oltralpe fra fine ‘800 e inizio secolo scorso, la storia ci cala pienamente nella Belle Époque con immagini stilisticamente contestualizzate. Per vie percorse da carrozze trainate a cavallo e signore elegantemente vestite fino ai piedi, la piccola protagonista Dilili dalla Nuova Caledonia si trova a Parigi in compagnia di Orel, un facchino su triciclo, per cimentarsi in un’inchiesta concernente misteriosi rapimenti di bambine. Nel corso della sua ricerca, incontra uomini e donne straordinari quali Monet, Picasso, Toulouse-Lautrec, Sarah Bernhardt e Madame Curie puntualmente annotati sul suo taccuino, che le danno aiuto, protezione e indizi. Si trova quindi sulle orme della segreta congrega dei malvagi Maschi-Padrone, quintessenza degenerata di un maschilismo malato già destinato alla sconfitta al volgere del secolo scorso. Alla loro tenebre sotterranea e schiavizzante si contrappone la luminosa lotta etica e culturale, agita con disarmante semplicità, dei due amici kanaki a favore della conoscenza, della libertà e della bellezza.
Temi caldi come l’immigrazione clandestina, i matrimoni misti e l’accettazione o meno sociale a seconda del colore della pelle - troppo chiara per una canaca, troppo scura per una parigina - scivolano dolcemente fra i dialoghi. Pur con qualche accento naïf e cartolinesco che non inficia però la gradevolezza generale, compresa la visita guidata fotografica della Ville Lumière, “Dilili à Paris” conferma la persuasione poetica del maestro Ocelot.
Thomas Martinelli, Il Manifesto
E’ un’opera d’arte il nuovo film d’animazione del regista francese Michel Ocelot. Come tutti i capolavori che lui stesso riprende nella pellicola.
La piccola ragazzina kanak di nome Dilili, troppo chiara di pelle per gli abitanti della Nuova Caledonia e troppo scura per i francesi, ci guiderà in un meraviglioso viaggio nella Parigi della Belle Epoque. Alla ricerca dei Maestri del Male, che rapiscono le bambine portandole sottoterra e costringendole a camminare a quattro zampe, questa principessa che viene dall’altra parte del mondo e che salta benissimo la corda, accompagnata da un fattorino che si chiama Orel, conoscerà tutte le figure più importanti del periodo e soprattutto ce le farà incontrare. Berremo così l’assenzio nel celebre Moulin Rouge insieme a Toulouse Lautrec e Edgar Degas, nei locali di Montmatre incontreremo la famosa signora con il cappello nero della stampa Divan Japonaise (1893), sempre di Lautrec, conosceremo Marcel Proust, all’epoca ancora aspirante scrittore, La divina Sarah Bernhardt, ammireremo le ninfee di Monet, i dipinti di Renoir, le sculture di Rodin e di Camille Claudel, i manifesti di Mucha e infine ci affacceremo dall’alto della Tour Eiffel insieme al suo grande costruttore e voleremo a bordo di un dirigibile progettato da nientepopodimenoche Ferdinand von Zeppelin. Tra art déco e stile liberty saremo catapultati in un universo coloratissimo dove l’animazione si mescola con le fotografie reali di Parigi («perché è una città troppo bella per essere riprodotta», dice il regista) e guarderemo il mondo con la stessa meraviglia dello sguardo di Dilili. Ma allo stesso tempo da adulti leggeremo tra le righe tante questioni profonde dei nostri tempi che Ocelot, convinto assertore della semplicità, si e ci pone con il suo stile essenziale. Già in “Kirikù e la strega Karabà” il regista francese aveva sottolineato l’esigenza di un rapporto paritario tra uomo e donna e nel successivo “Principi e principesse” aveva riletto le fiabe tradizionali in chiave femminista, con Dilili si spinge ancora più avanti nella difesa delle donne. La nostra eroina è una donna che combatte questo mondo dove il male non vuole che le donne prendano potere e che facciano salotto, questi cattivi che vogliono che le donne camminino a quattro zampe tutte vestite di nero. Un film femminista che sottolinea al tempo stesso il potere della cultura, che è la nostra forza. Per due ore torniamo bambini, ma subito dopo il film riflettiamo su alcune questioni importanti dei nostri tempi. Proprio per questo è un film magico e pedalando il dirigibile sogniamo insieme a Dilili un mondo migliore.
Giulia Lucchini, Cinematografo.it
MICHEL OCELOT
Filmografia:
Kirikù e la strega Karabà (1998), Principi e principesse (1999), Kirikù e gli animali selvaggi (2005), Azur e Asmar (2006), Les contes de la nuit (2011), Kirikou et les hommes et les femmes (2012), Dilili a Parigi (2018)
Martedì 19 novembre 2019:
IL CORRIERE - THE MULE di Clint Eastwood, con Clint Eastwood, Bradley Cooper, Taissa Farmiga, Michael Peña, Laurence Fishburne