Novara, al Coccia arriva l'opera per tutta la famiglia: in scena "Il brutto anatroccolo"
Primo titolo della rassegna "Chi ha paura del Melodramma?" per la stagione 2024 del Teatro Coccia di Novara. Ormai consolidata dopo i successi della passata stagione tra Gianni Rodari e Alessandro Barbaglia, arriva una nuova produzione del Teatro Coccia, affidata a un team creativo di giovani, ma anche di ritorni importanti.
Va in scena domenica 10 marzo alle 16 (lunedì 11 alle 10 e alle 14, martedì 12 alle 10 per le scuole) "Il brutto anatroccolo", nuova commissione del Teatro Coccia a Salvatore Passantino, ex allieva dell'Accademia dei Mestieri d'Opera del Teatro Coccia Amo, ormai in carriera come compositore impegnato in molti appuntamenti sul territorio nazionale.
Il libretto è scritto a quattro mani da Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi, che si sono cimentanti nel riadattamento di una metafora eterna come quella del brutto anatroccolo che nasconde un meraviglioso cigno.
La firma della regia è affidata a un importante regista d'opera, Davide Garattini. Le scene e i costumi originali e visionari sono firmati dalla giovane Josephin Capozzi. In buca l'Ensemble Orchestrale del Teatro Coccia, diretta dal Maestro Aram Khacheh.
L'opera è coprodotta con i Teatri di Piacenza e si avvale del sostegno di Fondazione Crt bando Not&Sipari.
Biglietti dai 13 ai 20 euro in vendita sul sito del teatro www.fondazioneteatrococcia.it e presso la biglietteria del teatro.
Sinossi
Una Cicogna stufa dell'ordine stantio di un mondo famigliare pieno di regole conformi e a suo dire moriture apre la nostra storia con un inno di ribellione. Apparentemente solo per divertirsi a "sconzare le carte" ma col suo fare da maschera napoletana e un linguaggio rimato e popolare, ci addentra pian piano in quello che è il suo obiettivo: portare il Kaos, il disordine, per rimettere in discussione, stravolgere, Ri-Generare e perché no, migliorare il mondo. Essa stessa ci e si rivela colpevole di antichi scherzi, scambi di figli che hanno sì portato il caos ma che hanno creato storie necessarie, arte, vita. Dopo secoli non è mai stanca e ancora si infiamma davanti al suo pubblico per l'idea che ci rivela in diretta: portare in una famiglia dalle altissime aspirazioni musicali, assieme a tre figli con il dono eccelso del canto, un figlio muto. Muto è appunto il nome del protagonista di questa storia che da subito si vedrà assediato e che senza un attimo di tregua verrà messo continuamente alla prova con il mondo e con sé stesso. La madre è un'insegnante di musica in visibilio per le doti canore dei suoi tre figli ma che si strugge di dolore per la disgrazia che rappresenta il quarto. I fratelli che lo escludono e lo maltrattano la conducono rassegnata all'unica soluzione possibile: mandarlo via da casa. Da questo abbandono prende il via la serie di incontri che lo porteranno gradualmente alla consapevolezza di sé, obiettivo comune di quasi tutte le fiabe. Per questo la nostra storia di iniziazione ha come coprotagonisti personaggi di fiabe e romanzi che hanno di per sé un loro vissuto e dei connotati riconoscibili. La piccola fiammiferaia è la bambina che dal buio in cui Muto è sprofondato gli offre luce e che gli chiede amore ma che alla fine lo rifiuta per la sua incapacità di esprimere i suoi sentimenti. Il Gatto e la Volpe cercano di circuirlo e lo ingannano promettendogli un miracolo che gli farà acquistare la voce. I tre moschettieri prima lo coinvolgono e subito dopo lo tagliano fuori dal gruppo a dispetto del loro motto Uno per tutti e tutti per uno. Monadi, coppie, trii, cori, tutti esempi di possibili "famiglie" in cui star bene e realizzarsi, tutte situazioni che lo mettono di fronte a delle possibilità di riconoscimento di sé e che pur non offrendogli la soluzione adatta a quel momento lo aiuteranno a comprendere quella definitiva in futuro. Dopo il gelo paralizzante dell'inverno in cui unico appiglio per non cadere e lasciarsi andare nel vuoto è stato un albero apparentemente secco, al primo sciogliersi del ghiaccio una rondine si posa su un ramo e le dita di Muto cominciano a muoversi. La rondine canta seguendo i suoi piccoli gesti che lo riscaldano e lo sciolgono sempre di più. È lui a farla cantare, è lui stesso coi suoi movimenti a generare suono in corrispondenza coi suoni della natura che lo circonda. Più si muove e più il mondo attorno a sé sembra dargli ascolto e accordarsi ai suoi impulsi creativi di cui diventa sempre più cosciente. Altri, che siano i personaggi del suo passato, di questo nuovo presente o del suo futuro, voci illusorie o reali, si fanno attorno a questo artista appena ri-nato, compositore di una musica autentica, una musica che pur ispirata da lui non lo isola, che anzi, frutto di talenti condivisi, coinvolge tutto attorno a sé, libera canti altrui e suoni di strumenti che trovano l'Armonia nello stare assieme.
L'opera sarà preceduta da un appuntamento nuovo inserito nel progetto AlfaBeto Culturale del Teatro Coccia "D come Dipingiamo un'Opera d'Arte, Chagall e il Sogno", laboratorio di pittura a cura di associazione ArteLab aperto a tutta la famiglia a ingresso libero e gratuito. Sabato 9 marzo, alle 16.30 nell'istituto musicale della Canonica del Duomo di Novara, si entra nel mondo di Chagall per scoprire l'importanza di tanti animali, protagonisti delle sue opere. Grazie ad acquerelli e pastelli a cera si ricostruisce un mondo colorato e originale, seguendo l'insegnamento di Chagall.
La stagione 2024 del Teatro Coccia è realizzata con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Città di Novara, Fondazione Banca Popolare di Novara, Fondazione DeAgostini, Fondazione Cariplo, Fondazione Crt, Fondazione Compagnia di San Paolo, Mirato. In collaborazione con Atl, Novara Dance Experience e la partnership di Conservatorio Guido Cantelli, RossiniLab-Cantelli, Stm- Scuola del Teatro Musicale.
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