Teatro: al Coccia "La Scuola" di Silvio Orlando
Sabato e domenica, sul palco del Coccia, va in scena "La Scuola", di Domenico Starnone, con Silvio Orlando e Marina Massironi.
Appuntamento alle 21 del 10 gennaio e alle 16 dell'11. Nel cast: Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini; disegno luci Pasquale Mari; scene Giancarlo Basili; costumi Maria Rita Barbera; regia Daniele Luchetti; produzione Cardellino S.r.l..
Era il 1992, anno in cui debuttò "Sottobanco", spettacolo teatrale interpretato da un gruppo di attori eccezionali capitanati da Silvio Orlando e diretti da Daniele Luchetti. Lo spettacolo divenne presto un cult, antesignano di tutto il filone di ambientazione scolastica tra cui anche la trasposizione cinematografica del 1995 della stessa pièce che prese il titolo "La scuola". Fu uno dei rari casi in cui il cinema accolse un successo teatrale e non viceversa. Lo spettacolo era un dipinto della scuola italiana di quei tempi e al tempo stesso un esempio quasi profetico del cammino che stava intraprendendo il sistema scolastico.
Il testo è tratto dalla produzione letteraria di Domenico Starnone.
È l’ultimo giorno di scuola in una periferia romana. Gli insegnanti devono fare gli scrutini, decidere chi bocciare e chi premiare. La scuola è un microcosmo in cui la realtà filtra solo indirettamente e tutto si svolge tra queste mura: le speranze e le amicizie dei ragazzi, le ambizioni, gli scontri generazionali, gli amori, le situazioni paradossali. Gli scrutini non sono solo i risultati dell’andamento scolastico. Gli scrutini dicono chi ce la fa e chi torna indietro, chi ha ragione e chi sbaglia, chi è il professore bravo e chi è odiato, chi ha la stoffa del leader e chi non se lo fila neanche un ragazzino di tredici anni. Nessuna retorica, gli studenti non sono propriamente diligenti, e gli insegnanti sono tutto tranne che irreprensibili, professionalmente e nella vita personale. Dal confronto tra speranze, ambizioni, conflitti sociali e personali, amori, amicizie e scontri generazionali, prendono vita personaggi esilaranti, giudici impassibili e compassionevoli al tempo stesso. Il dialogo brillante e le situazioni paradossali lo rendono uno spettacolo irresistibilmente comico.