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Stop al cyberbullismo, il Senato approva il Ddl Ferrara

Formazione scolastica, educazione digitale e task force istituzionale per costruire con i ragazzi una cittadinanza digitale. Ferrara: "Relazioni e comunità virtuali poggiano su emozioni autentiche"

Formazione continua nelle scuole, un Tavolo interministeriale permanente per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno, un approccio non sanzionatorio che prevede l'introduzione della procedura di ammonimento. Questi i principali contenuti del ddl 1261 "Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo" approvato oggi dal Senato con l'appoggio di tutti i gruppi Parlamentari.

"Serve per davvero una legge sul cyberbullismo? Buona parte del mondo della Rete si è posta questa domanda quando, circa due anni fa, iniziò l'impegno che ha prodotto il ddl 1261", ha commentato la senatrice Elena Ferrara, prima firmataria del disegno di legge, durante le dichiarazioni di voto. Una sfida, quella che ha portato al voto di oggi, iniziata nel 2013, subito dopo il suicidio di Carolina, 15enne allieva della senatrice Ferrara durante le scuole secondarie di primo grado, che non riuscì a sostenere gli attacchi ricevuti sui social network. Una tragedia da cui si è sviluppato un confronto allargato in Commissione Diritti Umani al Senato. Da questo lavoro condiviso, poi condiviso su più livelli istituzionali, è nato il ddl 1261 che mira a dare risposte concrete a un fenomeno sempre più diffuso, che tocca sia i ragazzi sia le famiglie.

"Finora li abbiamo lasciati troppo soli nell'oceano digitale - ha spiegato la senatrice democratica -. Non è facile nemmeno per noi adulti mantenere la rotta, ma è molto più complesso orientarsi per i minori, cui non abbiamo offerto le opportune occasioni formative. Per ogni giovane che offende un suo coetaneo sui social c'è una nostra precisa responsabilità".

L’attenzione verso il fenomeno dalla parte dei più giovani deve necessariamente essere una priorità. Una convinzione che ha portato la senatrice Ferrara ad un vero e proprio tour nelle scuole e sui territori, per ricevere istanze e stimoli nel merito del disegno di legge assieme ai ragazzi, famiglie, insegnanti e con l'aiuto delle associazioni che da tempo operano in questa tematica.

"Sono proprio le ragazze e i ragazzi a chiedere aiuto - ha detto ancora Ferrara -. A partire dalla scuola, perché troppo spesso incappano nelle maglie del condizionamento, della discriminazione e dell’isolamento. Un disagio che scuola e famiglia non possono intercettare per tempo, soprattutto se privi di risorse, competenze e strutture idonee che il documento approvato oggi prevede".

Una legge non sanzionatoria e che non criminalizza il web, ma che agevola il confronto anche con i principali soggetti del mondo digitale e le aziende Ict.

"Non possiamo, né vogliamo delegare alle aziende il monitoraggio sui comportamenti digitali, se non su precisa e puntuale richiesta - ha chiarito la senatrice novarese -. Pensare di controllare internet non comporta necessariamente limiti alla libertà di tutti. Dobbiamo infatti fare leva sulla scelta nelle mani dei nostri ragazzi e promuovere l’utilizzo responsabile di quello che rimane pur sempre uno strumento. Aiutiamoli a capire che Internet è luogo di umanità, prima ancora che comunità. Un luogo che genera emozioni vere,  anche nelle amicizie virtuali".

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