Tra i progetti giacenti vi è la mia proposta di introduzione della libertà su cauzione, un istituto già funzionante e funzionale in quasi tutta Europa, oggetto di incomprensibili resistenze tutte italiane, che mi auguro venga tenuto in considerazione da chi, come il Ministro Severino, ha finora dimostrato una cultura giuridica di alto livello.

Le parole del Presidente Napolitano e del Ministro Paola Severino stanno tracciando la doverosa strada verso una riforma del sistema carcerario, oggi una realtà vergognosa per un Paese moderno. Un sistema penitenziario in cui i contenitori stanno per scoppiare e in cui gli ambiziosi propositi di riabilitazione e rieducazione hanno mostrato i propri angusti limiti, tanto da far definire le carceri l’"università del crimine", è indubbiamente da cambiare profondamente, e l’indulto o l’amnistia sono ricorrenti palliativi utili a risolvere i sovraffollamenti, ma da soli incapaci di incidere e risolvere il problema.

Insieme alle auspicate  misure alternative alla prigione da approvare che riguardano affidamento ai servizi sociali e obblighi di dimora, un primo passo di civiltà deve riguardare la netta distinzione tra chi sconta una pena dopo essere stato giudicato e chi subisce la carcerazione preventiva, come è nello spirito della mia proposta di legge.