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Elezioni comunali 2016

In campo per dare battaglia a centrosinistra e centrodestra: la sfida di Daniele Andretta

Non un politico di professione, ma un "appassionato di politica locale". La sua città ideale è quella dove sia possibile vivere recuperando valori che sono propri delle città di provincia di medie dimensioni

Ex assessore, attuale consigliere comunale di minoranza, commercialista e leader del movimento civico "Io Novara". Daniele Andretta è tra i candidati sindaco alle elezioni comunali di giugno; un candidato "senza partito" pronto a sfidare sia il centrosinistra che il centrodestra.

Promotore delle "Primarie dei moderati", ha infatti deciso di scendere in campo con una lista civica per sfidare il sindaco uscente Andrea Ballarè e il leghista Alessandro Canelli.

Noi lo abbiamo incontrato per parlare della sua candidatura e di quelle che sono le priorità che la città dovrà affrontare nei prossimi cinque anni.

Daniele Andretta è e resta il candidato sindaco di "Io Novara", lista civica, o c'è ancora tempo per parlare di coalizioni?
Sì, sono il candidato di "Io Novara," scelto attraverso un percorso di confronto interno e poi con lo strumento delle primarie. Abbiamo scelto questa strada e crediamo sia una strada di coerenza che oggi anche i nostri avversari politici ci riconoscono. Crediamo che questa, la coerenza appunto, sia lo strumento migliore per riconquistare la fiducia in un elettorato deluso e stanco, che in questi anni si è lentamente allontanato dai partiti tradizionali, perché in essi non ha trovato le risposte che cercava ai problemi più stringenti. Certamente abbiamo scelto la strada più difficile, perché di offerte di appoggio ad altri candidati ne abbiamo ricevute parecchie. Peraltro non abbiamo mai trovato negli altri una proposta politica che ci convincesse  dal punto di vista dei contenuti, ma anche dal punto di vista della possibilità di affermarsi. Sul nostro cammino abbiamo già trovato alleati come Alleanza Democratica e Rivoluzione Cristiana. Altri sono certo ne possiamo trovare ancora.

Perchè i novaresi dovrebbero sceglierla?
I novaresi dovrebbero scegliermi perché non sono un politico di professione ma solo una persona che ama profondamente la sua città. Vivo del mio lavoro e sono appassionato di politica locale. In questi anni ho maturato un'esperienza che credo importante, sia come assessore allo Sport, sia all'opposizione ed insieme ai tanti amici del nostro movimento l'abbiamo tradotta in una serie di proposte che ci auguriamo di poter mettere in atto per Novara. Nel nostro simbolo c'è un cuore azzurro: è la #passionecivica! Detesto le polemiche sterili e amo invece lavorare.

Quali sono i punti fondamentali del suo programma elettorale? Quali, secondo lei, le priorità che la città deve affrontare?
La città di Novara sta vivendo le conseguenze di una crisi industriale che certamente non è solo locale. Gli effetti sono devastanti con tassi di disoccupazione altissima e famiglie in seria difficoltà. Ma c'è un elemento in più: oggi Novara vive una profonda crisi d'identità che non la sta aiutando a recuperare il terremo perduto. Su questo un'amministrazione comunale deve e può lavorare. Senza identità la città non può tornare a crescere. Nel nostro programma i punti fondamentali sui quali lavorare sono appunto quello dell'occupazione, la sicurezza, l'assistenza alle fasce più deboli che oggi vivono condizioni di vera indigenza... Le risorse sono poche, ma la città ha ancora una rete solidale molto forte che va messa a sistema. Poi è necessario agire sul tema del degrado e dell'incuria che in questi anni si sono resi più evidenti. Abbiamo un programma ricco di idee ed opportunità: non mi piace l'atteggiamento che ho visto in questi anni da parte di questa amministrazione, di rassegnazione... Certo i soldi sono pochi, ma molto più spesso contano le idee ed i progetti.

Qual è la sua idea di città?
La nostra idea di città è quella di un luogo dove sia possibile vivere recuperando valori che sono propri delle città di provincia di medie dimensioni, con una qualità della vita alta ed un benessere diffuso, inteso come servizi ed attenzioni alla persona, alto. Una città capace di valorizzare quello che di buono ha, senza però chiudersi in recinti e steccati, in grado cioè di guardare oltre ed alle molte opportunità che la vita contemporanea ci offre. Una città dalle solide radici culturali,  ma gradevole ed ospitale verso chiunque voglia vivere qui nel rispetto reciproco. Una Novara che guarda al futuro, ma forte di una solida indentità propria.

Cosa condanna e cosa, invece, apprezza e approva di quanto fatto dall'amministrazione di Andrea Ballarè in questi anni?
Non mi è piaciuta l'approssimazione e la superficialità con la quale questa amministrazione ha affrontato il mandato. Non mi è piaciuto il ricorso sistematico agli aumenti delle tasse, il Musa, i tagli ai servizi sociali... Ma non ho apprezzato nemmeno l'atteggiamento arrogante con il quale alcuni provvedimenti sono stati imposti, senza confronto, senza ascolto. Credo che l'amministrazione Ballarè abbia avuto grandi opportunità, ma non è riuscita a coglierle. Cosa ho apprezzato? La capacità di usare la comunicazione, con grande dispendio di energie. Peccato che la città che ci hanno raccontato sia davvero differente rispetto alla città reale. Ma i novaresi questo credo l'abbiamo capito fin troppo bene...

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