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Gioventù Italiana Novara: rinviata la manifestazione a Roma

La decisione di sospendere la manifestazione nazionale di domani, sabato 4 febbraio, a Roma, è arrivata a causa del maltempo che sta devastando l’Italia. Lo stesso percorso è in programma per sabato 3 marzo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Un po’ di telefonate, uno sguardo negli occhi, responsabilità: non possiamo esporre la nostra gente al rischio di un viaggio pericoloso, soprattutto al ritorno, sulle strade ghiacciate di queste terribili e freddissime giornate.

Così è maturata la decisione di sospendere la manifestazione nazionale di domani, sabato 4 febbraio, a Roma, a causa del maltempo che sta devastando l’Italia e prenotare di nuovo lo stesso percorso per sabato 3 marzo, quando al centro dei guasti prodotti dal governo Monti ci saranno le tensioni sociali prodotte sul tema del lavoro e saremo alla vigilia dell’infausta firma del trattato europeo di bilancio.

Ma a pesare sulla nostra decisione è stato anche il sindaco di Roma, che ci ha rivolto un significativo appello a rinviare il corteo “viste le condizioni di maltempo crescente fra oggi e domani”. Alemanno ha espresso l’auspicio di evitare “disagi non solo per i manifestanti ma anche per la città di Roma, essendo evidente la portata della manifestazione”.

Ho visto il segretario cittadino di Roma, Dario Rossin, col responsabile dell’organizzazione Roberto Buonasorte e il capo della segreteria politica Gabriele Limido, e abbiamo convenuto di rispondere responsabilmente e positivamente all’appello rivolto dal sindaco di Roma. In piazza ci torniamo appunto fra quattro settimane, il 3 marzo.

Non c’è neppure da esprimere rammarico. E’ vero che da tutta Italia c’è gente che vorrebbe comunque mettersi in marcia, e questo è davvero commovente. Ma una classe dirigente responsabile ha il dovere di riflettere. E ci sono, in queste ore, almeno due elementi su cui ragionare. Il primo è legato alle centinaia di pullman e mezzi privati che avremmo sottoposto davvero al pericolo; il secondo è che nel mezzo di quella che in queste ore si sta dimostrando una vera e propria emergenza nazionale non avrebbe molto senso urlare in piazza per le dimissioni del governo.

Cambia poco se lo si fa tra quattro settimane. Quattro settimane non ci restituiscono la democrazia negata; non ci ridanno la gragnuola di tasse che ci stanno colpendo all’impazzata; non rasserenano le categorie massacrate dalle liberalizzazioni di cartone che hanno risparmiato i monopoli; non rendono pubblica Bankitalia; non frenano gli appetiti di Angela Merkel e non rendono meno suddito Mario Monti rispetto agli eurocrati che ci strangolano dalle banche continentali.

Saremo ancora di più, sabato 3 marzo. Ripartiamo con la catena di facebook e con la nostra meravigliosa organizzazione. E, come si dice, alla fine saraà più bella la nostra vittoria.

Francesco Storace - Segretario Nazionale de La Destra

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