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Salute

Le zecche: pericoli e prevenzione per gli escursionisti novaresi

Ce ne sono almeno un paio di cui dobbiamo occuparci e preoccuparci, perché nel loro menù… ci siamo anche noi!

Cosa sono le zecche

Le zecche appartengono alla famiglia degli acari. Ne esistono circa 870 specie conosciute delle quali quaranta sono presenti anche in Italia. 

Il ciclo vitale di questi parassiti, infatti, dura attorno ai due anni, nel corso dei quali attraversano tre stadi di sviluppo (da larva e ninfa e da ninfa alla forma adulta), il passaggio da ognuno di questi stadi a quello successivo richiede un pasto a base di sangue, per effettuare il quale le zecche si debbono cercare un ospite temporaneo. Spesso si tratta di animali appartenenti alla fauna selvatica (piccoli roditori, lepri, conigli, volpi, uccelli e ungulati), ma gli acari assetati di sangue di solito non sono di gusti particolarmente difficili, pertanto non disdegnano di aggredire anche gli animali domestici e l’uomo.

Certo non è che se ne incontrino tutti i giorni, almeno nelle aree urbane, ma chi s’inoltra in aree incolte, prevalentemente al di sotto dei 1500 metri di quota, in luoghi umidi come le rive dei corsi d’acqua, ricchi di vegetazione e frequentati dalla fauna selvatica, rischia di fare la loro sgradita conoscenza…

Grandi poco più di una capocchia di spillo, quindi estremamente difficili da individuare, le zecche vivono a terra e si mimetizzano facilmente fra l’erba e il fogliame. Al passaggio di un potenziale ospite si aggrappano e camminano (non volano, non saltano, non fanno chissà quali peripezie, come vorrebbero le tante leggende metropolitane fiorite su di loro…) fino a trovare un punto adatto dove bucare la pelle dell’ospite (senza che questi se ne accorga) e cominciare a succhiarne il sangue. Una volta finito il pasto, abbandonano l’ospite e si lasciano cadere sul terreno.

Le malattie trasmesse dalle zecche

Qualcuno si potrà ora domandare perché tanta preoccupazione per il morso indolore di un esserino quasi microscopico… il vero problema è che la puntura di zecca può trasmettere all’uomo malattie molto pericolose che, nel corso degli ultimi anni, hanno visto un significativo incremento in molte aree del territorio italiano, proprio a causa del morso di zecca.

Durante il pasto, infatti, le zecche possono contagiare l’ospite con diversi agenti patogeni (virus, e batteri), responsabili di infezioni che, se non riconosciute e curate in tempo, possono avere conseguenze anche gravi, come la malattia di Lyme e la TBE o meningoencefalite .

Come difendersi dalle zecche

Per prevenire questo tipo di contagio è importantissimo prima di tutto evitare di essere morsi e, se questo avvenisse, rimuovere la zecca il prima possibile, visto che più il pasto si prolunga, più aumentano le possibilità di contagio. Ecco qualche consiglio su come difendersi dalle zecche:

Innanzitutto guardatevi intorno durante l’escursione, cercando di capire quanto l’ambiente che state attraversando sia favorevole alla proliferazione delle zecche (un’escursione in una zona di pascolo, fra ruscelletti, cespugli d’erba e vegetazione incolta dovrebbe far scattare qualche campanello d’allarme…);
Tenete conto anche della stagione: le zecche sono attive soprattutto dalla primavera all’autunno;
Durante le escursioni indossate indumenti di colore chiaro, che facilitano l’individuazione del parassita;
Usate indumenti che coprano il più possibile il corpo: magliette a manica lunga, pantaloni lunghi e calzini sopra pantaloni (non sarà elegantissimo ma così lascerete alle zecche meno spiragli possibile per raggiungere la vostra pelle);
Nelle zone dove è accertata l’infestazione da zecche conviene utilizzare gli appositi prodotti repellenti che si possono acquistare nelle farmacie e si applicano sugli abiti o sulle parti scoperte del corpo (ovviamente seguendo scrupolosamente le avvertenze d’uso);
Durante la camminata cercate di restare sui sentieri, evitando il più possibile il contatto con erba e cespugli;
Al rientro dall’escursione spazzolate con cura i vestiti e controllate voi stessi. Tenete conto che le zecche scelgono con cura il luogo del pasto (in media impiegano fino a 24 ore per trovare il loro posto a tavola…) e prediligono le zone dove la pelle è più sottile e irrorata come l’inguine, le ascelle, l’addome o il cuoio capelluto. Effettuate un controllo accurato di tutto il corpo, possibilmente con l’assistenza di un’altra persona.
Se, nonostante tutte le precauzioni, sopra descritte, ci si trova una zecca addosso, occorre provvedere a rimuoverla il prima possibile, perché è proprio alla fine del suo pasto, che dura dalle 48 alle 72 ore, che il parassita rigurgita gli scarti, immettendo, se infetta, gli agenti patogeni nell’ospite.

15 Cose da fare e non fare

È giusto partire prima dalle cose da non fare per evitare di peggiorare la situazione:

  • mai provare a strappare la zeccadirettamente con le dita in quanto c'è rischio concreto che restino dei residui nella pelle;
  • vanno evitate sostanze come alcol, ammoniaca o anche ferri caldi che potrebbero aumentare la contaminazione;
  • mai andare nel panico qualora ci si dovesse accorgere di essere stati morsi da una zecca: la situazione si può risolvere in men che non si dica;
  • per evitare il rigurgito e quindi una contaminazione è bene non schiacciarla;
  • non ricorrere a terapie antibiotiche fai da te.


Ecco invece quelle che sono le cose da fare:

  • la zecca va rimossa mediante un movimento rotante e delicato così da esser certi di rimuoverne ogni traccia;
  • avere sempre a disposizione del disinfettante, sia prima che dopo la puntura: esso permetterà di eliminare qualsiasi agente patogeno;
  • usare guanti sterili e mai procedere a mani nude;
  • in caso di resti di zecca nella pelle, usare ago sterile;
  • bruciare la zecca in seguito a rimozione;
  • effettuare un'adeguata profilassi antitetanica;
  • utilizzare strumenti sterilizzati e sempre ben puliti;
  • segnare la data di rimozione così da tenere il conto dei 30 giorni successivi in caso dell'insorgenza di infezioni;
  • rivolgersi al medico in caso di macchie rosse, febbre e dolori articolari;
  • seguire la terapia antibiotica solo se prevista dal medico.

Ricordiamo che questa è una semplice guida....per qualsiasi cosa è bene rivolgersi al proprio medico di base o in casi più gravi direttamente al Pronto Soccorso dell' Ospedale Maggiore della Carità a Novara!

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