Brolo, il Paese dei Gatti

Lettori gattari, un annuncio importante per le vostre prossime gite: non solo esiste un Paese dei Gatti, ma addirittura questo si trova proprio a due passi da Novara, sul Lago d'Orta.

La storia di Brolo inizia nel lontano 10 ottobre 1756, quando durante una seduta del Consiglio della Comunità, la città chiese autonomia ecclesiastica da Nonio. La richiesta era motivata dal fatto che gli abitanti dovevano attraversare un fiume, il "Rio Veloce", per partecipare alle funzioni religiose presso la Parrocchia di San Biagio di Nonio. La separazione fu concessa, con l'accordo che Brolo si sarebbe assunta l'onere di provvedere alla chiesa di Sant'Antonio d'Abate e di saldare i debiti con Nonio. La leggenda vuole che gli abitanti di Nonio, scettici riguardo al successo di Brolo, abbiano inventato un detto: "Quand al vien parrocchia Brol, al ratta metrà su ul friol" (tradotto: "quando a Brolo ci sarà la parrocchia, il topo si metterà il mantello"). Questo detto suggeriva appunto che, secondo loro, sarebbe stato impossibile tanto quanto vedere un topo indossare un mantello.

Ma Brolo dimostrò la sua determinazione e il 27 aprile 1767 ottenne la sua parrocchia autonoma. La leggenda narra che il giorno successivo, su una porta di Nonio, fu trovato un topo con un mantello, simbolo della sconfitta dei noniesi (i topi) ad opera dei brolesi (i gatti). Questo evento segnò la fondazione ufficiale della Parrocchia di Sant'Antonio Abate.

Col passare degli anni, la leggenda dei gatti di Brolo si diffuse, diventando parte integrante dell'identità del borgo. Oltre alle pittoresche strade, chiese secolari e Villa Tarsis (un'elegante dimora circondata da splendidi giardini), oggi, il paese è noto proprio come "Il Paese dei Gatti". Si possono vedere numerosi riferimenti felini che adornano le strade e gli edifici. Dipinti sui tetti, sculture, e monumenti commemorativi celebrano la tenacia e lo spirito comunitario di Brolo e lo hanno fatto diventare una splendida attrazione turistica.