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Verbano Cusio Ossola

Legambiente, il ghiacciaio Belvedere ha perso circa il 20% di superficie

I risultati del monitoraggio della seconda tappa della Carovana dei Ghiacciai

Si è conclusa la seconda tappa della Carovana dei Ghiacciai, la campagna internazionale di Legambiente e Cipra (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano (Gli). Un viaggio in sei tappe lungo l'arco alpino per accendere i riflettori sull'arretramento dei ghiacciai. I dati raccolti sono stati presentati ieri, sabato 26 luglio, nell'ambito di una conferenza stampa a Verbania. Durante la tappa nel Vco è stato organizzato anche un flash mob sul ghiacciaio Belvedere.

Dai risultati del monitoraggio della seconda tappa della Carovana dei Ghiacciai è emerso che il ghiacciaio del Belvedere, il più grande ghiacciaio piemontese per estensione e, dopo il Miage, il secondo ghiacciaio coperto di detrito d’Italia, registra dagli anni 50 ad oggi una perdita di superficie di circa il 20%. La perdita di volume negli ultimi decenni è di 60 metri, pari ad un edificio di 20 piani.

Le temperature record che hanno portato, solo qualche giorno fa, lo zero termico della stazione di radiosondaggio Novara Cameri a raggiungere a 5.328 metri di altezza, possono acuire gli effetti della crisi climatica in atto negli ultimi 20 anni. In questo contesto, la parete Est del Monte Rosa ha subito trasformazioni drammatiche, sia per quanto riguarda la copertura glaciale, sia per quanto riguarda la sua stabilità in generale. Ciò ne ha compromesso la frequentazione alpinistica, soprattutto nella stagione estiva. Anche le morene si stanno destabilizzando creando seri problemi alla rete escursionistica: il Sentiero Natura non è più raggiungibile dall’arrivo della seggiovia del Belvedere, mentre il sentiero di accessi al Rifugio Zamboni richiede continua manutenzione.

Inoltre, altri fenomeni di instabilità sono legati alla presenza o alla formazione di laghi glaciali. Il bacino del Belvedere ha alle spalle una lunga storia di dissesti, anche di notevole intensità, dovuti alla presenza o all’accumulo, più o meno rapido ed improvviso, di volumi d’acqua che hanno ceduto in diverse fasi, distruggendo campi agricoli, impianti di risalita e piste da sci. A destare preoccupazione è il Lago delle Locce: le morene che lo contengono, per via del forte abbassamento che sta subendo il ghiacciaio del Belvedere e dei fenomeni franosi ed erosivi, stanno diventando instabili e si stanno assottigliando, con il rischio, anche in questo caso, che si verifichi un cedimento a cui seguirebbe un "effetto diga" che minaccerebbe le zone abitate.

"Il ghiacciaio del Belvedere rappresenta l’hot-spot nell’hot-spot delle Alpi – dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente Cipra Italia –. Un esempio per eccellenza dell’aumento della fragilità dell’alta quota e del maggior rischio per effetto dei cambiamenti climatici. La sua instabilità ci dimostra che non c’è più tempo da perdere. Per questo continuiamo a chiedere al Governo l’approvazione del Pnacc in tempi brevi e alle istituzioni locali strategie di adattamento su scala regionale e locale per ridurre il rischio, con un nuovo approccio nell’uso del suolo, evitando di costruire dove non è necessario."

Il ghiacciaio del Belvedere è una lingua valliva con un’area di 4,2 km² e una lunghezza di 5,8 km, situata sul versante est del Monte Rosa e alimentata dalle valanghe e dalle masse glaciali confluenti del versante: il ghiacciaio delle Locce Nord, il ghiacciaio del Monte Rosa, il ghiacciaio Nordend e quello del Piccolo Fillar. Di questi quattro ghiacciai solo quello del Monte Rosa è ancora in contatto con la lingua valliva, mentre tutte le altre fronti si sono ritirate a quote ben superiori.

"Abbiamo osservato una perdita di volume preoccupante e fenomeni di instabilità che richiedono un'attenzione urgente – commenta Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano e docente dell’Università di Torino. "Particolare attenzione va posta alla situazione delle morene che si deformano per la riduzione dello spessore del ghiacciaio del Belvedere. È inoltre importante monitorare la formazione di masse d’acqua sulla superficie del ghiacciaio, poiché, in caso di formazione di laghi di dimensioni importanti, potrebbero verificarsi piene glaciali improvvise, in grado di raggiungere il fondovalle. Come successo in passato con la famosa emergenza del "Lago Effimero", il cui possibile svuotamento improvviso ha minacciato l’abitato di Macugnaga nel 2002-2003, determinando l’attivazione di un’imponente operazione di protezione civile".

I monitoraggi sono stati realizzati dal Comitato Glaciologico Italiano in collaborazione con Legambiente. Ne hanno preso parte: Marta Chiarle, Cnr-Irpi; Marco Giardino, vicepresidente Comitato Glaciologico Italiano; Alessio Salandin, Arpa Piemonte. Alla tappa hanno preso parte, tra gli altri, l’artista berlinese e testimonial della campagna, Theresa Schubert ed è stata un’occasione per promuovere la “Carta di Budoia per l’adattamento locale ai cambiamenti climatici”, dichiarazione volontaria dei comuni alpini promossa dalla Delegazione italiana in Convenzione delle Alpi e dal Network di comuni Alleanza nelle Alpi in Italia che ha l’obiettivo di fare delle Alpi un territorio esemplare nel settore della prevenzione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici.

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