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Cirio: "Non leggiamo i numeri con superficialità, abbiamo un quinto dei ricoverati rispetto ad un anno fa"

I contagi sono alti, ma secondo il governatore "Il Piemonte sta vivendo e la socialità porta positivi, ma il 67% sono asintomatici e non si accorgono nemmeno di avere la malattia"

"I contagi in più sono la normale conseguenza di un Piemonte che non si ferma, ma le ospedalizzazioni in meno sono la chiara prova che il vaccino funziona", così Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, sintetizza l'emergenza contagi che in Italia si sta vivendo in questi giorni. 

Il video: l'intervista a Cirio

L'impennata di casi di persone positive al covid ha fatto giustamente alzare il livello di attenzione e il Piemonte è passato in zona gialla, ma i dati quotidiani devono essere letti senza superficialità, spiega il presidente Cirio: "C'è un allarme in tutta Italia e in tutta Europa, quello che conta però è che dobbiamo continuare a vaccinare le persone", commenta il governatore piemontese che poi snocciola i dati. 

"L'anno scorso in questi giorni noi avevamo 500 o 600 casi positivi al giorno, mentre oggi più di 10.000 e a una lettura superficiale sembrerebbe che nulla ha funzionato invece guardate l'occupazione dei nostri ospedali: è un quinto rispetto all'anno scorso", dice il presidente piemontese, "Questo significa che il Piemonte sta vivendo e che la socialità porta positivi, ma che il 67% sono asintomatici e non si accorgono nemmeno di avere la malattia".

La situazione degli ospedali

"In questo momento in Piemonte lavorano 7.000 persone in più legate al covid", ha continuato il presidente della Regione Piemonte, "Quotidianamente abbiamo graduatorie che rendiamo sempre vive perché le aziende ospedaliere possano pescare al loro interno". Un dato però nei giorni scorsi è emerso, ovvero quello delle liste d'attesa. 

Anaao, associazione dei medici ospedalieri, ha infatti denunciato che la campagna vaccinale starebbe portando via medici specialisti dai reparti per occuparli nelle vaccinazioni: "Abbiamo ormai un automatismo per quanto concerne il piano pandemico covid che non è legato a emotività o a valutazioni variabili, ma a parametri di tipo oggettivo", spiega Cirio, "Man mano che aumenta la pandemia vengono limitati alcuni servizi legati alla sanità, ma sono sempre situazioni legati a malattie non tempo dipendenti. Tutte quelle cure se tardate aggravano la situazione del paziente vengono garantite e fatte". 

La situazione dell'occupazione ospedaliera però è radicalmente differente rispetto all'anno scorso: "Noi adesso abbiamo più di mille persone ricoverate in terapia ordinaria e un centinaio in terapia intensiva, l'anno scorso erano 5.000. In questa fase, in questo momento, come è giusto stiamo attuando il piano pandemico che per forza di cose prevederà un sacrificio. La Giunta regionale però ha approvato un meccanismo che ci permette di spostare sui privati alcuni interventi sfoltendo le liste di attesa". 

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