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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Coronavirus, al via in Piemonte la banca regionale del plasma Covid-19

Sono 16 i centri in cui sarà possibile donare per la cura sperimentale. Tra i primi donatori, il presidente della Regione Alberto Cirio

È iniziata ufficialmente ieri, mercoledì 20 maggio, in Piemonte la raccolta del plasma per la cura dei pazienti affetti da Covid-19. La sperimentazione, già avviata nelle scorse settimane a Torino e Novara, parte ora su tutto il territorio piemontese: prende il via, infatti, il Protocollo di ricerca sull'efficacia del plasma nella cura dei pazienti Covid-19 con insufficienza respiratoria.

Il protocollo è stato approvato dal Centro nazionale sangue ed è finanziato dalla Regione Piemonte. Al progetto, coordinato dalla Città della Salute di Torino, partecipano tutti i servizi trasfusionali e le Aziende sanitarie del Piemonte, oltre alla Valle d’Aosta, dopo il via libera dei vari Comitati etici aziendali. Sono 16 in tutto i centri che compongono la Banca regionale del plasma Covid-19 a cui sarà possibile rivolgersi per donare, tra questi anche l'ospedale di Borgomanero, nel novarese, e gli ospedali di Verbania e Domodossola, nel Vco.

Tra i primi donatori, il presidente della Regione Alberto Cirio, risultato positivo al coronavirus a marzo e guarito dopo alcune settimane. Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 20 maggio, presso l'ospedale Molinette di Torino, è stato sottoposto agli esami preliminari per stabilire se potrà essere tra coloro che avranno le caratteristiche idonee a donare il proprio plasma.

"Avendo superato il coronavirus ho voluto mettermi a disposizione per questa sperimentazione che vede il Piemonte all’avanguardia nella cura con metodi innovativi dei pazienti affetti da Covid-19 - ha commentato Cirio - . Da oggi raccoglieremo il plasma di tanti donatori e tante donatrici che hanno vissuto il coronavirus e lo hanno vinto. E credo che questo sia un bel segnale, perché donare il sangue è importante e donare il plasma è altrettanto importante". 

I pazienti, invece, inizieranno ad essere trattati nei primi giorni di giugno, appena sarà disponibile una scorta di plasma sufficiente.
 
"La Regione Piemonte è all’avanguardia nelle cure con il plasma - ha sottolineato l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi - . A Torino è stato approvato il primo protocollo regionale e si sta lavorando intensamente su questo fronte, dopo che a Novara si sono ottenuti risultati incoraggianti con l’applicazione del protocollo del Policlinico San Matteo di Pavia. Ancora una volta, l’esperienza sul Covid-19 ci insegna che per battere questa malattia bisogna fare squadra. Ci vogliono i medici e la scienza, ma anche i donatori e i comportamenti responsabili di tutti i cittadini. La battaglia non è ancora vinta, ma si sta combattendo su tutti i fronti".

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La sperimentazione piemontese

Nella ricerca piemontese, a differenza di altre esperienze finora condotte anche in Italia, verrà paragonato l'uso di plasma dei guariti, cosiddetto plasma iperimmune, con l'uso di plasma di donatori che non hanno avuto contatto con il virus Sars-CoV-2 e con l'uso della terapia medica standard del Covid-19. L'efficacia del trattamento verrà valutata in termini di riduzione della mortalità, di durata della degenza in terapia intensiva e di durata del supporto respiratorio, oltre alle variazioni di numerosi parametri clinici.

I donatori saranno selezionati tra coloro che hanno sviluppato un’elevata concentrazione di anticorpi contro Sars-Cov-2 , ed i principali criteri per avere l’idoneità alla donazione sono i seguenti:

  • soggetti con diagnosi di Covid-19 documentata;
  • risoluzione completa dei sintomi o interruzione di eventuale terapia almeno 14 giorni prima della donazione;
  • negatività del tampone nasofaringeo su due campioni ad almeno 24 ore di distanza dopo 14 giorni dalla risoluzione clinica;
  • età inferiore a 65 anni, se già donatori di sangue (inferiore a 60 anni per coloro che non hanno mai donato) e peso superiore a 50 kg;
  • se maschi, assenza nella storia personale di trasfusioni di sangue; se femmine, assenza di precedenti gravidanze o interruzioni di gravidanza, oltre che di trasfusioni.

I candidati donatori dovranno mettersi in contatto con il Servizio trasfusionale a loro più congeniale, per residenza o posto di lavoro, allo scopo di venire prenotati per l'esecuzione degli esami preliminari alla donazione di plasma. 

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