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Coronavirus, arriva la conferma: il Piemonte resta in zona rossa

Cala l'indice Rt, da 1,33 a 1,17, ma l'incidenza dei contagi resta alta (oltre i 250 casi ogni 100mila abitanti). Aumenta anche il numero dei focoali attivi e nuovi

E' ufficiale: il Piemonte resta in zona rossa. Nessuna possibilità quindi, di un ritorno in zona arancione, almeno dal 29 marzo al 2 aprile (visto che l'ultimo decreto del Governo ha stabilito che tutta l'Italia sarà in zona rossa nel fine settimana di Pasqua e nella giornata di Pasquetta).

I dati del report settimanale del Ministero e dell'Istituto superiore di sanità non lasciano scampo alla nostra regione: rispetto alla settimana precedente si registra un incremento dei casi segnalati, ma di entità inferiore a quella delle tre settimane precedenti. La percentuale di positività dei tamponi cresce (dal 13.1% al 14.2%). Il numero dei focolai attivi e nuovi aumenta. 

Il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva cresce inoltre dal 48% al 55%, e l’occupazione dei posti letto di area medica dal 54% al 61%. L’Rt puntuale scende da 1.33 a 1.17 (con una forbice compresa tra 1.15-1.19). Seppur significativamente sotto 1.25, quindi da zona arancione, l’incidenza dei contagi superiore a 250 ci blocca in zona rossa.

Cosa è consentito fare in zona rossa: tutte le regole aggiornate

Si prospetta quindi per il Piemonte un'altra settimana nella fascia di massimo rischio: rimangono chiusi bar, ristoranti e negozi che non vendono beni di prima necessità. Rimane il coprifuoco tra le 22 e le 5 ma, in base al decreto del 22 febbraio, sono vietate le visite a parenti e amici, che saranno invece consentite solo dal 3 al 5 aprile per le feste pasquali. Per uscire di casa continua ad essere necessaria l'autocertificazione, mentre rimangono chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado. 


 

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