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Coronavirus, negli ospedali piemontesi nuovo stop a visite e ricoveri non urgenti

La decisione della Regione, che ha chiesto alle aziende sanitarie di incrementare di almeno il 20% i posti letto di terapia intensiva per i pazienti covid

A un anno dall'inizio della pandemia, in Piemonte gli ospedali tornano a sospendere visite e ricoveri non urgenti.

Lo ha deciso l'Unità di crisi della Regione che, a causa dell’aggravarsi della pandemia e della necessità di ulteriori misure per garantire sufficienti posti letto a disposizione dei pazienti covid, ha dato disposizione a tutte le aziende sanitarie piemontesi di sospendere temporaneamente i ricoveri no covid, escluse le urgenze, i ricoveri oncologici e quelli in cosiddetta fascia A, cioè da effettuare entro 30 giorni. Differite anche tutte le attività ambulatoriali, ad eccezione di quelle contrassegnate con codice U (urgenti, da garantire entro 72 ore) e B, da assicurare entro i entro 10 giorni. Esclusi dal provvedimento anche gli screening oncologici.

In questo modo, spiegano dalla Regione, si punta a passare da un numero di posti letto dedicati al covid di 2.201 (20% del totale disponibile) a 4.403 (35-40%), come previsto dal piano pandemico, a fronte di una soglia di occupazione che martedì 9 marzo ha superato di due punti la soglia critica, attestandosi al 42%.

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"Per quanto riguarda le terapie intensive - ha spiegato il dottor Emilpaolo Manno, coordinatore dell’area sanitaria dell’Unità di Crisi - si è arrivati a un tasso di occupazione del 36%. Per questo, il Dirmei ha chiesto alle aziende sanitarie di incrementare di almeno il 20% i posti letto di terapia intensiva dedicati ai pazienti covid".

"La necessità di allentare la pressione sulla rete ospedaliera - ha sottolineato Manno - costringe il Dirmei a prendere nuovi provvedimenti, nella corretta applicazione del piano pandemico. Non vuol dire che siamo in affanno, visto che abbiamo ancora ampi margini di manovra sulla riorganizzazione delle nostre strutture in caso di peggioramento della situazione, ma occorre agire in considerazione dell’evolversi dell’epidemia. Quanto alle prestazioni ordinarie procrastinate, queste verranno riprogrammate appena possibile e in ogni caso le urgenze, le patologie oncologiche e i percorsi nascita saranno tutelati come sempre. Inoltre, abbiamo raccomandato alle aziende che si cerchi il più possibile di sviluppare la gestione dei pazienti covid a domicilio".

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