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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Tragedia sulla funivia del Mottarone: come funziona il sistema frenante e che cos'è il "forchettone"

Il sistema di freni d'emergenza secondo il procuratore di Verbania era stato manomesso. Nella notte tre persone fermate, tra cui il gestore dell'impianto

Dopo i tre fermi nella notte per la tragedia della funivia del Mottarone, si inizia a fare luce sulle cause dell'incidente che ha portato alla morte di 14 persone.

L'ipotesi investigativa infatti è che il "forchettone", la morsa che teneva aperti i freni, non fosse stato dimenticato inserito ma avesse una precisa funzione, quella di aggirare un'anomalia ai freni che durava da qualche tempo e che faceva rischiare il blocco alla funivia. Ipotesi, però, tutte da provare. Le accuse nei confronti dei tre indagati, Luigi Nerini, titolare dell’impresa che gestisce la funivia, l’ingegnere direttore del servizio e un altro dipendente, capo servizio, sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime.

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Che cos'è il "forchettone" o "morsa" di una funivia

Che cos'è il forchettone, la morsa? Lo si vede in una foto scattata poco dopo l'incidente. Il cosiddetto forchettone è un pezzo di metallo che serve a tenere aperte le ganasce dei freni: può essere inserito ad esempio a mano mentre si fa manutenzione nella parte alta del carrello della cabina dove ci sono le rotelle che scorrono sulla fune. La sua funzione è chiara in quei casi: viene utilizzato per tenere forzatamente in posizione aperta proprio i freni di emergenza, ad esempio per riportare a valle una cabina senza correre il rischio che si blocchi. Il forchettone si usa normalmente quando le cabine sono vuote e viene fatto un giro di prova, per evitare perdite di tempo nel caso in cui scatti il freno bloccando la cabina in mezzo al percorso (in quel caso un operatore deve andare sul posto per disattivarlo). Se salta la corrente, se c'è un guasto del sistema idraulico, con il forchettone o morsa, la cabina scende ugualmente a valle. Non deve però esserci nulla del genere quando la funivia è in funzione, con i passeggeri a bordo della cabina, perché di fatto non consentirebbe la frenata in caso di emergenza, ad esempio in caso di rottura del cavo.

Chi sono le vittime

Se il freno d'emergenza avesse funzionato il disastro si sarebbe quasi certamente evitato, perché la cabina non avrebbe preso a correre veloce e incontrollata verso valle finendo per scarrucolare e precipitare una volta giunta al primo pilone. La presenza del forchettone sul freno d'emergenza può spiegare la mancata attivazione del sistema d'emergenza. Il forchettone protrebbe essere rimasto nel posto sbagliato dunque. Ma quando? E perchè? C'è un'inchiesta che dovrà fare piena luce su che cosa abbia causato il disastro di domenica 23 maggio.

La presenza di un forchettone non basta però da sola a spiegare la eventuale rottura del cavo traente: la fune traente è un cavo a trefoli che ha la funzione di produrre il movimento delle cabine di una funivia. Era stata sottoposta a controlli lo scorso novembre e non erano state segnalate criticità. Il distacco è avvenuto quando la cabina era a tre o quattro metri dall'arrivo sul Mottarone: non avendo più un traino la cabina è scivolata indietro e prendendo rapidamente velocità (si ipotizza sia arrivata anche a 100 km/h). Poi ha urtato con violenza contro l’ultimo pilone dell’impianto ed è precipitata per 30 metri nel vuoto.

Tre persone fermate: "Gesto materialmente consapevole"

Il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, al termine degli interrogatori, ha spiegato che le tre persone fermate nella notte per l'incidente alla funivia del Mottarone, tra cui il gestore dell'impianto Luigi Nerini, hanno commesso "un gesto materialmente consapevole". La manutenzione dell'impianto, ossia "i controlli giornalieri e settimanali previsti dal regolamento e dal manuale d'uso" dell'impianto spetta alle Ferrovie del Mottarone, società di proprietà di Nerini e i tecnici che lavorano per garantire la sicurezza sono i primi a finire nel mirino degli inquirenti dopo l'incidente.

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